Colombani ospite di Vediamoci Chiaro su Tv2000, al Paese serve biodiversità bancaria

L’ultima puntata del programma di Tv2000, “Vediamoci chiaro” si è occupata di conti correnti bancari e postali entrando nel merito dei costi, della gestione e della fruizione, resa complicata dalla costante chiusura di sportelli registrata in molte aree del territorio italiano. Per approfondire quest’ultimo argomento il conduttore, Giuseppe Caporaso ha ospitato in trasmissione il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani. Il giornalista ha evidenziato come il sindacato dei bancari della Cisl abbia denunciato la desertificazione bancaria di molti piccoli comuni che alle persone anziane sta creando problemi di fruizione del servizio.

L’intervento del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, a Tv2000:

La desertificazione bancaria non è solo nei «piccoli comuni – ha esordito in tv Riccardo Colombani – perché abbiamo sette comuni sopra i 10.000 abitanti che sono sprovvisti di sportelli bancari e 41 sopra 5 mila abitanti. La riduzione degli sportelli è stata molto importante negli ultimi 12 anni: da fine 2008 a fine 2020 abbiamo avuto una chiusura di 10.658 sportelli, oltre il 31% (del numero complessivo, ndr) e la variazione è uniforme su tutto il territorio nazionale». Il leader dei bancari della Cisl ha evidenziato che si contano 820 comuni in più sprovvisti di filiali bancarie, che interessano 1 milione e 700mila abitanti. «È una piaga, la definisco proprio così, economica e sociale – ha rimarcato Colombani – Proprio per il ragionamento sviluppato in studio dal dottor Veroli, ci sono delle persone, soprattutto nella fascia anziana della popolazione, gli ultra 65enni, che non sono in grado di utilizzare i servizi bancari digitali. Fonte Eurostat: gli over 65enni italiani utilizzano molto meno i servizi bancari on-line rispetto alla media europea».

Per dare un quadro più esaustivo della situazione il conduttore di “Vediamoci Chiaro”, Giuseppe Caporaso, ha riportato in un cartello i dati elaborati da Base Statistica Banca d’Italia secondo i quali le regioni più penalizzate dalle chiusure di agenzie bancarie sono state: Liguria – 35.69%, Veneto – 35,68%, Molise – 34,01%, Calabria – 30,41%. “In queste regioni – ha aggiunto il giornalista Caporaso – bisogna fare dei chilometri per andare in uno sportello bancario. Bisogna passare da un comune all’altro. Una persona anziana non ha tutte queste possibilità. C’è un rischio reale per monitorare il proprio conto corrente”.

«Il rischio è concreto – ha detto Riccardo Colombani – e si sta materializzando anche nelle metropoli». E sui dati presentati in trasmissione il leader dei bancari della Cisl ha aggiunto: «Il dato sui comuni debancarizzati, che rappresentano il 13,85% del territorio nazionale, è molto più importante nelle regioni del sud dove c’è più dispersione (…). In Emilia Romagna il dato è – 4% e quasi – 31% per cento in Calabria: le regioni del sud ne escono pesantemente penalizzate. Dobbiamo quindi combinare due dati: la riduzione degli sportelli e la desertificazione di alcune aree del paese e soprattutto nel mezzogiorno d’Italia».

Il programma di Tv2000 ha poi approfondito il tema dei costi di un conto corrente sollecitando Riccardo Colombani su quel che sta accadendo nelle banche, sempre con meno personale. Quante persone sono state mandate via dal sistema negli ultimi tempi? Ha chiesto il conduttore Giuseppe Caporaso. «La riduzione dell’occupazione è stata molto importante perché in dieci anni il numero dei bancari è diminuito di 47mila persone – ha risposto Colombani – da 322mila dipendenti di fine 2011 si è passati a 275mila al 30 giugno 2021. L’altro aspetto è legato ai servizi, lo diceva prima il dottor Veroli, è che le banche si stanno orientando sui ricavi da servizio, i quali hanno superato addirittura il cosiddetto margine di interesse, e questo è dovuto all’abbassamento dei tassi (…). Secondo me è importante non solo valutare i costi, ma anche la qualità del servizio e quindi le banche, e questo è un tema politico molto forte, devono essere attenzionate anche dalla politica, non solo con riferimento ai costi e ai servizi, ma anche e soprattutto alla qualità dei servizi resi. Quello che è accaduto negli ultimi mesi, durante la pandemia, ha visto le banche al centro con provvedimenti riguardanti l’erogazione di prestiti assistiti da garanzie statali che hanno consentito di attenuare la gravissima riduzione del prodotto interno lordo del paese. Senza quei provvedimenti il paese sarebbe letteralmente in ginocchio. Ricordo che sono stati erogati crediti assistiti da garanzie statali per oltre 200 miliardi di euro, dal 17 marzo del 2020 al 5 ottobre del 2021. Ci sono state poi moratorie importanti che hanno assistito imprese e famiglie».

In chiusura di programma spazio alle fusioni, alle aggregazioni e ai timori generati da qualche istituto in crisi. “Siamo tranquilli tutti?” ha chiesto Giuseppe Caporaso al segretario generale di First Cisl. «Sì, ovviamente Il paese eviterà sempre liquidazioni coatte amministrative che è il caso peggiore di soluzione delle crisi bancarie. Ce ne sono state numerose per mala gestio degli amministratori (…). I depositanti possono stare tranquilli perché esiste uno strumento, che è il fondo di garanzia depositanti, che può rassicurarli (…)».

Riccardo Colombani ha concluso il suo intervento richiamando infine il tema della concentrazione bancaria. «Il sistema bancario nazionale è molto più concentrato di quello tedesco e di quello francese e francamente non c’è bisogno di un’ulteriore concentrazione. Quello che è importante sottolineare, e fortunatamente lo ha fatto recentemente anche l’Associazione bancaria italiana, è che serve al paese la biodiversità bancaria, cioè banche piccole, medie e anche big bancari perché il nostro sistema produttivo è caratterizzato da microimprese: abbiamo 4 milioni e 150mila imprese minori che occupano 8 milioni di persone. È indispensabile quindi preservare la biodiversità».