Colombani ai giornali, se intesa Unicredit-Mps salta Stato ricapitalizzi. Dipendenti hanno tenuto banca in piedi

“Il Governo italiano e Unicredit si stanno preparando ad annullare i negoziati su Mps dopo che gli sforzi per raggiungere un accordo sul piano di ricapitalizzazione sono falliti”. Il lancio di Reuters ha riportato sotto ai riflettori della finanza l’ipotesi di nozze tra Unicredit e Banca Monte dei Paschi di Siena, istituti tornati ad essere distanti.

Alla notizia i giornali hanno dedicato vari servizi. La rassegna dei titoli si apre con Il Secolo XIX che scrive “Unicredit-Tesoro, è rottura su Montepaschi. No alla maxi-dote statale da sette miliardi”. Per il Corriere di Siena “Trattativa Mef-Unicredit, a rischio. Condizioni ritenute troppo punitive”. Il Mattino e Il Gazzettino evidenziano le possibili ricadute del fallimento della trattativa titolando “Allarme a Siena, settemila posti a rischio. Senza interventi la banca in forti difficoltà”. La Gazzetta di Reggio, la Gazzetta di Modena, Il Tirreno, la Nuova Ferrara danno conto della posizione del sindaco di Siena Luigi De Mossi per il quale «Le alternative non mancano». Sulle prospettive dell’istituto senese titola Il Sussidiario.net “Rottura Mps-Unicredit? Ora al Monte non resta che finire direttamente allo Stato”.

Di fatto, scrive il giornalista Jacopo Orsini su Il Mattino e Il Gazzettino, “i 7mila tagli chiesti dal numero uno di Unicredit (su un totale di oltre 20 mila dipendenti) per accollarsi la banca senese sono sembrati una richiesta inaccettabile per il ministero dell’Economia, che ha la maggioranza dell’istituto e si è impegnato con l’Europa a cederlo entro la fine di quest’anno. Ora il governo dovrà aprire una nuova trattativa con Bruxelles per negoziare una proroga. Nel frattempo Siena dovrà proseguire per ora da sola il percorso di risanamento, che aveva consentito di rivedere l’utile, in attesa di trovare un altro partner”.

“Il Governo – scrive il giornalista Aldo Tani sul Corriere di Siena – avrebbe bollato come “troppo punitive” per i contribuenti le condizioni poste dall’istituto di piazza Gae Aulenti. I continui rilanci sulla ricapitalizzazione, un piano esuberi tutto da concordare e la fermezza dell’ad Orcel di non mettere a repentaglio i “propri conti” hanno posizionato il Tesoro con le spalle al muro”.

Tra le prime reazioni a caldo quella del segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani, le cui dichiarazioni sono state riprese da diversi quotidiani: «È chiaro che per continuare a operare la banca va ripatrimonializzata e liberata dagli obblighi che in questi anni hanno finito per comprimere i ricavi e innescato un circolo vizioso con i tagli all’occupazione. È una logica dalla quale bisogna uscire per assicurare un futuro all’istituto».

Per il leader dei bancari della Cisl «se non andrà in porto l’operazione tra Unicredit e Mef sul Monte dei Paschi di Siena bisogna tornare al piano industriale che prevede la ricapitalizzazione della banca da parte dello Stato. In questi anni le lavoratrici e i lavoratori hanno tenuto in piedi Mps con i loro sacrifici, facendo fronte alla carenza di capitale e ai vincoli imposti dalla Commissione Europea».