La razionalizzazione degli sportelli determinata dai grandi gruppi bancari che hanno ridotto la loro presenza su tutto il territorio nazionale, è stata in parte bilanciata dalla tenuta del credito cooperativo. Un fenomeno analizzato dalla tavola rotonda organizzata da First Cisl Puglia, dal titolo “Il Credito cooperativo tra Europa e coesione territoriale”.
All’evento – introdotto dal segretario generale First Cisl Puglia Pasquale Berloco e moderato da Paolo Grignaschi, responsabile del Network dirigenti Bcc First Cisl – hanno partecipato il segretario nazionale First Cisl con delega alle Bcc Pierpaolo Merlini, il direttore generale di Bcc San Giovanni Rotondo Augusto De Benedictis, il presidente di Bcc San Marzano di San Giuseppe Emanuele Di Palma e il presidente di Bcc degli Ulivi – Terra di Bari Francesco Biga.
Il video integrale della tavola rotonda:
I dati, presentati da Giovanni Sentimenti del Comitato scientifico Fondazione Fiba, evidenziano la flessione del numero degli sportelli operanti su tutto il territorio nazionale: nel 2000 l’intero sistema del credito (Abi e Bcc) operava tramite 28.194 sportelli (34.139 nel 2008), ridotti a 23.481 nel 2020.
In direzione opposta i numeri relativi al credito cooperativo che, dal 2000 al 2020, hanno incrementato la loro presenza: da 2.954 (10,48% del totale nazionale) a 4.204 sportelli (17,90%), mentre nel periodo 2003-2019 i comuni italiani in cui insisteva una Bcc sono passati da 2.298 a 2.635, di cui in 650 costituiscono l’unica presenza bancaria.
In Puglia, i dati relativi al credito cooperativo riflettono l’andamento nazionale: gli sportelli Bcc sono aumentati da 69 nel 2000, pari al 5,63% del totale nazionale, a 134 nel 2020, pari al 12,70%; di cui oltre la metà (83) sono in provincia di Bari (57) e Taranto (26).
In termini assoluti la Puglia rappresenta il 26,33% degli sportelli Bcc operativi nelle regioni del Sud (20,98% nel 1996), seconda solo alla Campania con il 29,86% (30,75% nel 1996). Le riflessioni emerse nel corso del dibattito hanno evidenziato la necessità di mantenere la vera essenza del credito cooperativo, ovvero il senso di mutualità e vicinanza verso il territorio di competenza. No all’omologazione al modello di business delle grandi banche, razionalizzazione della normativa e l’esigenza di definire sinergie comuni tra Bcc sono solo alcune delle tematiche affrontate negli interventi.
Nel corso del suo intervento conclusivo, Pier Paolo Merlini – segretario nazionale First Cisl con delega alle Bcc – ha sottolineato come “le questioni poste in questa tavola rotonda rappresentino l’occasione per ragionare assieme su quale sia il passo successivo per costruire il futuro di questo Paese, così pesantemente colpito dalla pandemia. Come First Cisl siamo molto interessati a mantenere viva l’identità del credito cooperativo, un mondo vicino alle reali esigenze delle persone, delle piccole e medie imprese, degli artigiani e dei commercianti”.
“L’esperienza – ha continuato Merlini – ci insegna che non è più il tempo dell’antagonismo, sindacato e aziende devono lavorare assieme. Un’occasione da non sprecare: non ci sono controparti ma parti di uno stesso sistema impegnate a trovare soluzioni sostenibili e condivise”.
“La ripartenza deve essere un’opportunità e, se il credito cooperativo vuole mantenere le proprie caratteristiche e le proprie qualità, non può lasciarla alla grande finanza – ha proseguito Merlini – Dobbiamo conservare le particolarità proprie del cooperativismo quali la vicinanza. Vicinanza anche verso i lavoratori delle Bcc, che sono parte integrante di questo mondo e che spesso sono anche soci delle banche in cui lavorano. Un segnale distintivo di appartenenza e di partecipazione che, come Cisl e First Cisl, sosteniamo con convinzione. Dobbiamo cominciare a guardare in faccia la realtà e avere il coraggio di prendere le decisioni; noi siamo pronti”.
“La riforma, che necessita di essere revisionata, ha fatto nascere due gruppi bancari cooperativi e questo, sul tavolo di confronto, ha paradossalmente disorientato lo spirito primario di Federcasse: i due gruppi sono concorrenti a Federcasse e non si trova l’equilibrio tra loro. Una difficoltà che dobbiamo risolvere. Questi incontri vanno nella direzione di cercare di capire quali sono le priorità; è indispensabile trovare le soluzioni affinché il credito cooperativo possa continuare a sostenere questo Paese. La struttura economica nazionale – ha concluso Merlini – non si esaurisce nelle grandi banche e nella grande finanza, anzi è composta primariamente da quella miriade di artigiani che ogni giorno deve affrontare, tra mille difficoltà, il mondo del lavoro. Siamo chiamati a costruire, ciascuno con le proprie competenze e con le proprie responsabilità, in un’ottica di concreta e fattiva partecipazione: è questa la vera sfida e il percorso è solo all’inizio”.