Festa del Lavoro, la partecipazione al centro del nuovo paradigma economico e sociale

Festa del Lavoro, la partecipazione al centro del nuovo paradigma economico e sociale

Mai come quest’anno il 1° maggio, la Festa del Lavoro, si presenta come una ricorrenza carica di significati e attese non facili da decifrare. La pandemia ha determinato nel tessuto produttivo e sociale del Paese danni gravissimi, la cui portata non è ancora possibile valutare del tutto. I posti di lavoro persi, nonostante le misure di contenimento adottate, ammontano quasi a un milione. La crisi nella quale siamo immersi si somma alla grande trasformazione tecnologica in atto da alcuni anni e ne costituisce un acceleratore. Non è un caso che da più parti – giustamente, a mio avviso – si levi la richiesta di elaborare un “nuovo paradigma”, in grado di incanalare queste spinte e di indirizzarle verso un esito socialmente, oltre che economicamente, sostenibile. Del resto, la crisi finanziaria esplosa nel 2007 aveva già fatto intendere quanto il modello egemone a partire dagli anni ’80, fondato sul consenso neoliberista, fosse logoro. Del nuovo paradigma la persona e il lavoro dovranno costituire il centro. Anche su questo appare emergere un largo accordo nella società, tra le forze politiche, gli economisti, gli opinion leader. Eppure, come sempre quando le conversioni sono repentine, c’è il rischio di non andare oltre la ritualità. Di restare intrappolati nella genericità delle buone intenzioni, senza avanzare proposte in grado di tradurre queste ultime in una nuova prassi. Ma è proprio del sindacato, della sua natura di soggetto politico di trasformazione sociale, impegnarsi perché ciò non avvenga.

L’affermazione del nuovo paradigma può avvenire solo attraverso la partecipazione. La Cisl ha sempre rappresentato una felice eccezione alla cultura del conflitto tra lavoro e capitale. D’altra parte, la formulazione dell’articolo 46 della Costituzione repubblicana si deve agli esponenti del popolarismo cristiano-sociale presenti nell’assemblea costituente, tra i quali spiccava la figura di Giulio Pastore.

L’idea che “l’elevazione economica e sociale del lavoro” dipenda non da un continuo scontro di interessi, quasi l’economia sia un campo di battaglia sul quale si combattono tra alterne fortune eserciti nemici, ma dalla collaborazione alla gestione delle aziende è stata, proprio per la sua novità radicale, di fatto marginalizzata nel dopoguerra. Tuttavia, la Cisl ha sempre continuato a sostenerla e a studiarne le possibili applicazioni pratiche e le loro ricadute sul terreno economico e sociale. E la storia, alla fine, le ha dato ragione, dimostrando che le idee restano, mentre le ideologie passano.

I costituenti non hanno definito le forme nelle quali questa collaborazione avrebbe dovuto incarnarsi, né poteva essere diversamente. La partecipazione non può essere confezionata come un vestito a “taglia unica”, che mal si concilierebbe con la marcata biodiversità della realtà economica italiana. L’esempio di Paesi che sulla partecipazione si sono spinti avanti già da decenni – la Germania con la cogestione, la Francia con la partecipazione finanziaria, per stare ai casi più noti – mostrano chiaramente che non esiste una sola strada.

Per eliminare il paternalismo imprenditoriale potremmo convogliare una piccola parte della retribuzione annuale dei lavoratori sull’acquisto di azioni, per poi raccogliere queste ultime in un voting trust, titolato a esprimersi negli organi sociali, a seconda del modello di governance adottato dalle imprese. Al di là degli aspetti tecnici, il dato da sottolineare è che solo attraverso un allargamento della governance è possibile ricondurre il sistema finanziario alla sua funzione sociale. Questo vale non solo per banche e assicurazioni, ma per tutto il sistema economico, che per tornare a mettere al centro la persona – davvero e non a parole – non può che evolvere verso la democrazia economica.

Roma, 1° maggio 2021

Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl

 

Qui la lettera aperta del segretario generale First Cisl Riccardo Colombani