Studio First Cisl big 5, nuove reazioni, da banche più solide maggior credito

Il sito finanziario Wall Street Italia dedica ampio spazio all’analisi prodotta dall’ufficio studi di First Cisl sui conti trimestrali delle principali  banche italiane. “Banche: cresce patrimonio delle big 5 italiane. First Cisl: ‘più credito a imprese e famiglie’”. Questo il titolo del servizio firmato da Mariangela Tessa che scrive: “Aumenta la patrimonializzazione dei primi cinque gruppi bancari italiani nel primo trimestre dell’anno. È quanto emerge da uno studio della First Cisl sulle trimestrali che sottolinea come aumenti di conseguenza la possibilità di concedere credito a imprese e famiglie”.

“Nei primi tre mesi – illustra la giornalista – per le cinque più grandi banche italiane, Intesa Sanpaolo, Ubi Banca, Unicredit, Banco Bpm e Mps, il Common Equity Tier 1 Ratio (Cet1 Ratio), principale indicatore della solidità patrimoniale, che misura il rapporto tra la componente primaria del capitale di una banca e attivi ponderati per il rischio, si è attestato al 13,76% rispetto al 13,61% del dicembre 2019. Nello stesso periodo va sottolineata la tenuta dei ricavi e la contrazione dei costi operativi. Prosegue la flessione dei crediti deteriorati con Npl ratio netto che passa dal 3,4% al 3,2%”.

Mariangela Tessa passa in rassegna lo studio del sindacato dei bancari della Cisl evidenziando che, nell’insieme, i dati sono “largamente positivi, nonostante il mese di marzo sconti le conseguenze del lockdown. Il risultato di gestione è infatti in crescita del 4,9% (5,649 mld). Tuttavia il risultato netto è negativo (- 1,553 mld) a causa di alcune componenti straordinarie, come nel caso di UniCredit, che ha deciso di svalutare di 900 milioni il portafoglio crediti”.

Queste cifre vengono riportate anche dal sito Proiezioni di Borsa in un articolo dal titolo “Il forziere delle banche è la solidità patrimoniale”. Concetto che viene ribadito anche dal Il Piccolo, sul quale si legge l’aumento del principale indicatore della solidità degli istituti di credito. Il quotidiano di Trieste rilancia le parole del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani per il quale “ci sono più munizioni per sostenere l’economia, per sostenere occupazione e capacità produttiva”.

Wall Street Italia riporta ancora ampi stralci del rapporto elaborato dall’ufficio studi del sindacato dei bancari della Cisl. “A fine 2019 (…) la somma di risorse di capitale primario di classe 1 in eccedenza rispetto ai livelli originariamente fissati per il 2020 in sede di Srep per i primi cinque gruppi era di 33 miliardi. Una cifra che sicuramente è aumentata dopo l’allentamento regolamentare deciso dalla Bce sui requisiti patrimoniali, che secondo Bankitalia ha avuto l’effetto di liberare quattro punti percentuali di Cet 1 ratio con riferimento all’insieme delle banche “significative”. A ciò poi si deve aggiungere un ulteriore 0.5% derivante dai 5,5 miliardi “risparmiati” con la sospensione dei dividendi”.

Sul piano dei costi Tessa fa notare che “prosegue la riduzione dei costi operativi rispetto al primo trimestre 2019 (- 2%) e dei costi del personale ( – 1,8%), nonostante da gennaio siano scattati gli aumenti dovuti al rinnovo del contratto nazionale. Il cost/income dell’aggregato scende ancora dal 54,9% al 53,2%. Un risultato reso possibile dall’elevato livello di produttività, come confermano l’aumento del 4,4% delle commissioni nette per dipendente e soprattutto il risultato di gestione per dipendente (+ 7.3%)”.

L’articolo di Wall Street Italia si conclude con le dichiarazioni del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani per il quale «il governo ha caricato le banche del peso di sostenere l’economia piegata dall’emergenza Covid–19, anche se va detto che non da parte di tutti i gruppi la risposta è stata all’altezza – ha sottolinea Colombani – A subirne le conseguenze sono stati i lavoratori, sui quali si è riversata la rabbia della clientela, sfociata in episodi di inaccettabile violenza. Per interrompere questa catena le banche hanno il dovere di semplificare le procedure e creare le condizioni organizzative ideali. È compito invece del governo adeguare il quadro giuridico all’obiettivo di fare del sistema bancario la cinghia di trasmissione della politica economica. L’ampia dote di capitale disponibile – osserva il leader dei bancari Cisl – e la liquidità garantita dalla Bce costituiscono la premessa su cui fondare il rilancio dell’economia nell’ambito di un nuovo modello di sviluppo del Paese. All’Italia e all’Europa serve una nuova fase costituente. Se dovesse prevalere invece un approccio conservativo, focalizzato sui risultati di breve periodo, le conseguenze potrebbero essere disastrose».