Emergenza Coronavirus, Annamaria Furlan, serve piano Marshall come dopoguerra

L’emergenza sanitaria che incrocia quella economica. Una tempesta perfetta per il Paese che richiede il varo di un piano Marshall. È questo il senso dell’intervento della segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, che Il Foglio titola: “Reagire alla tempesta perfetta denunciando i vizi dell’Italia”.

Sullo stesso tema anche Il Dubbio torna ad intervistare Annamaria Furlan, che non ha remore nell’affermare: «L’Europa cambi davvero. Serve un piano Marshall, come si fece nel dopoguerra, con la copertura della Bce sull’Italia e su tutti gli altri paesi per evitare il fallimento di tante imprese e la perdita del lavoro per milioni di persone. Sanità ed occupazione sono facce della stesa medaglia, perché senza l’una non c’è nemmeno l’altra».

“Il primo pensiero della leader nazionale della Cisl – scrive l’autore dell’intervista Carlo Forte – è l’evoluzione dell’emergenza coronavirus e le ripercussioni sul nostro sistema economico e sul mondo del lavoro” con particolare attenzione “a chi sta in prima linea contro l’epidemia”. «Dobbiamo essere orgogliosi – sottolinea Annamaria Furlan – del lavoro instancabile di medici, infermieri, del personale degli ospedali, dell’intera struttura nazionale di assistenza. Sono loro oggi i nostri “angeli” che con coraggio, spesso senza strumenti di sicurezza adeguati, si stanno prendendo cura dei tanti malati, soprattutto dei nostri anziani, i più colpiti dal virus anche perché sofferenti di altre patologie».

Carlo Forte chiede cosa stia colpendo Annamaria Furlan in queste difficili giornate. «Guardi, è evidente che ci troviamo di fronte ad una tragedia immane sotto tutti i punti di vista. È un bollettino di guerra senza fine. Centinaia di persone, soprattutto anziani, ogni giorno se ne vanno via in silenzio, senza nemmeno un funerale. Sono cittadini che hanno dato tanto al nostro paese, in termini di professionalità, sacrifici, moralità, lavorando una vita nelle fabbriche, nei servizi pubblici, nell’agricoltura, facendo grande l’Italia. Sono pensionati e pensionate che hanno cresciuto anche i nostri figli, con amore e grande pazienza, sempre senza lamentarsi, con grande dignità. In queste giornate terribili, la sofferenza dei loro congiunti è accresciuta da un addio sbrigativo, ingiusto, ma purtroppo forzato».

Il ragionamento della segretaria generale della Cisl prosegue evidenziando il ruolo del sindacato in momenti cosi complicati. “Per fortuna il nostro Paese ha una grande rete di associazioni, a partire dai nostri sindacati dei pensionati, che sono un presidio di solidarietà, di tutela e di sostegno alla popolazione anziana, uno strumento attivo per combattere spesso la solitudine di tante persone sole e non autosufficienti. Ma la rete, per quanto importante e “sussidiaria” della società civile, non basta. È evidente che le epidemie come quella del Covid vanno combattute con più personale specializzato, investimenti pubblici, con massicce azioni sanitarie, scientifiche, tecnologiche. Nel 2010 la spesa sanitaria italiana era pari al 7% del Pil. Nel 2019 questa percentuale è scesa al 6,6%, sono stati tagliati circa 37 miliardi di euro di aumenti di spesa destinati soprattutto alla crescita costante della popolazione anziana».

Carlo Forte chiede cosa possa mettere in campo il sindacato in queste ore complicate. «Abbiamo deciso insieme agli altri sindacati ed in accordo con la protezione civile di fare degli atti concreti per aiutare in maniera tangibile chi è in prima linea nell’emergenza coronavirus: abbiamo aperto un conto corrente bancario dove far pervenire le sottoscrizioni dei singoli cittadini, lavoratori e pensionati. Il ricavato sarà interamente versato alla protezione civile per il potenziamento dei reparti di terapia intensiva e l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale».

Nell’articolo si evidenzia anche un’altra azione di solidarietà di Cgil, Cisl e Uil che hanno donato 200 mila euro per contribuire al potenziamento delle strutture di terapia intensiva, primo atto cui ne seguiranno altri. Con il settore sanitario fortemente impegnato a fronteggiare l’emergenza, Annamaria Furlan risponde alle sollecitazioni del quotidiano Il Dubbio. «Il nostro sistema sanitario è uno dei migliori al mondo in tema di professionalità, ricerca, esperienza medico-scientifica. Ma in termini di risorse molto indietro. Lo dimostra il fatto che mancano circa 46 mila operatori sanitari, tra cui 8 mila medici, mentre nel frattempo il 15% dei nuovi medici specialisti italiani se ne va ogni anno dal nostro paese, perché all’estero guadagnano di più e sono molto più valorizzati. La nostra sanità pubblica – prosegue Annamaria Furlan – è stata falcidiata dai tagli negli ultimi dieci anni da una politica fredda e miope. Non sono stati banditi i concorsi, sono stati tagliati i posti letto, chiusi interi reparti, bloccate le assunzioni in tutte le regioni. Migliaia di persone ogni anno vanno a curarsi nelle regioni del nord. Questa è la triste realtà. Il coronavirus dovrebbe davvero rappresentare l’occasione per invertire la rotta».

Il giornalista Carlo Forte chiede ancora ad Annamaria Furlan se i 25 miliardi stanziati dal Governo siano sufficienti per alleviare le difficoltà di lavoratori, famiglie, imprese. «Di certo sono somme rilevanti ma è chiaro a tutti, anche allo stesso Esecutivo, che queste risorse non basteranno. Bisogna fare presto: reagire alla tempesta, accelerando l’attuazione dei provvedimenti sulla sanità e sull’economia, superando tutti gli ostacoli burocratici che oggi sono la vera palla al piede del nostro paese. Abbiamo bisogno di più ammortizzatori sociali per proteggere i lavoratori, di maggiori investimenti pubblici, oggi, per essere più capaci di gestire situazioni analoghe in futuro. Occorre un sistema più efficiente e sostenibile dal punto di vista economico, rivedendo le divisioni dei compiti tra regioni e Stato e tra Stato ed Unione Europea in tema di politiche sanitarie. È fondamentale – prosegue nel suo ragionamento Annamaria Furlan – che l’Europa risponda con una modifica delle politiche di bilancio. Ben vengano gli euro-bond per finanziare le protezioni sociali, sostenere le imprese e le famiglie, potenziare gli investimenti nella sanità, più infrastrutture, innovazione, ricerca, più assunzioni nei servizi pubblici. Siamo d’accordo con chi propone un fondo sanitario comune per il sostegno ai sistemi ospedalieri europei, a creare dei consorzi di imprese manifatturiere per produrre con urgenza grandi volumi di strumentazioni medico-sanitarie che scarseggiano, a mettere in piedi una piattaforma europea per la ricerca del vaccino e dei servizi».

L’intervista de Il Dubbio alla segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, si conclude chiedendo se tutto quanto evidenziato servirà a contrastare l’epidemia da coronavirus. «Non lo so. Ma bisogna mettere in campo – ribadisce Furlan – tutto quello che è possibile fare. Nessuno deve sentirsi abbandonato in questo momento. Dobbiamo agire per i nostri figli e per quelli che verranno dopo di noi, conservando l’insegnamento e la memoria dei tanti anziani che in queste ore sono i primi a pagare i costi dei nostri ritardi, le omissioni, le inefficienze».