UniCredit, incontro su inquadramenti, filiali operative e privacy

Nei giorni scorsi i sindacati hanno incontrato UniCredit “per affrontare alcuni temi, tra i più urgenti quello relativo all’applicazione degli effetti dell’accordo sugli inquadramenti, già a suo tempo prevista per novembre” per cui l’azienda confida che la procedura “sarà operativa da febbraio”; è quanto riportano in un comunicato unitario le segreterie di coordinamento UniCredit di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin.

Protestando “per l’inadeguatezza delle procedure aziendali che rende impossibile l’applicazione di un accordo di beneficio per tante/i colleghe e colleghi giovani” i sindacati hanno chiesto “all’Azienda di assumersi la propria responsabilità e anche di comunicare a Lavoratrici e Lavoratori le ragioni del procrastinarsi dell’adeguamento inquadramentale”, segnalando anomalie sul calcolo dei permessi di retribuito frazionabile in Unicredit Direct, l’indennità di turno impagata da alcuni mesi in Buddy Bank, le numerose richieste in sospeso per il contributo figli studenti, oltre al fatto che “resta ancora bloccata la possibilità di richiedere il contributo familiari disabili, cosa davvero inaccettabile per una azienda socialmente responsabile”.

“Su nostra precisa richiesta – si legge nel comunicato – l’Azienda ci ha fornito dettagli sul funzionamento della nuova piattaforma di supporto delle filiali operative, che sarà rilasciata in tutti i poli contemporaneamente a fine mese”: un “sistema centralizzato di smistamento delle attività su tutti i poli, che assegna le singole lavorazioni in base alle competenze, già mappate ed ereditate dal precedente applicativo” e che “consente l’automatizzazione di alcuni passaggi di verifica, sollevando così colleghe e colleghi da queste attività preliminari”.

I sindacati hanno sollevato forte perplessità, a seguito delle segnalazioni di alcuni lavoratori, “dell’utilizzo, in alcune realtà, di un applicativo nel quale colleghe e colleghi devono giustificare, attraverso la selezione di uno stato, il tempo di non lavorazione: per esempio “active training”, “passive training”, “generic break”, ecc”. L’azienda ha giustificato il ricorso a tale strumento “per capire come rendere più efficienti le attività in termini di risorse e che non si tratti, quindi, di un sistema di controllo diretto sul singolo”. I sindacati hanno dichiarato che provvederanno ad effettuare approfondimenti in merito.

 

Il comunicato unitario delle segreterie di coordinamento UniCredit di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin