Bcc Valdostana, necessario trovare una soluzione

La Bcc Valdostana – si legge in un documento a firma CooperFirst pubblicato nei siti di First Cisl Credito Cooperativo e di First Cisl Piemonte – Valle d’Aosta – “è l’Azienda che, dopo diverse fusioni ed incorporazioni, rappresenta la sintesi di tutte le esperienze di cooperazione di credito emerse e sviluppate sul territorio delle Alpi occidentali negli ultimi 40 anni”.

La Bcc “conta circa 9.800 soci, 21 sportelli disseminati in 17 comuni della Regione (in cui in almeno 5 rappresenta l’unica banca della comunità locale) e 116 Dipendenti. A seguito dell’entrata in vigore della Riforma, la Valdostana ha scelto di aderire al costituendo Gruppo Cassa Centrale Banca (CCB) con sede a Trento”.

“La crisi economica che ha colpito il territorio, la difficile gestione del credito, la fatica nel raggiungere adeguati margini di profitto”, si legge nel documento, “hanno evidenziato una situazione economico/finanziaria in precario equilibrio. Il problema che le Parti Sociali stanno cercando di risolvere, è rivolto alla gestione delle ricadute sui trattamenti economici del Personale previste dal nuovo Piano Industriale (2019-2021) che, tra i vari interventi, ha individuato come misura principale il taglio del costo del lavoro pari a 2.100 mln di euro annui per tre anni, ovvero l’equivalente del costo di circa 30 lavoratori (quasi il 26% dell’organico complessivo)”.

In questi mesi di trattativa le organizzazioni sindacali, unitariamente e responsabilmente, hanno proposto diverse soluzioni “orientate ad attenuare l’impatto che un taglio drastico del costo del lavoro, così come prospettato, produrrebbe sui Dipendenti. Purtroppo, l’Azienda e la Capogruppo non le hanno ritenute sufficienti. La parte datoriale chiede sacrifici maggiori, che potrebbero tradursi, anche per le quantità economiche in ballo (circa 650 mila euro annui), in un taglio di 21 giorni di lavoro a cui far corrispondere la correlata riduzione della retribuzione e della contribuzione”.

Per CooperFirst “un Gruppo improntato al cooperativismo dovrebbe connotarsi per scelte di politica industriale e occupazionale sostenibili e solidali nei confronti di tutte le associate”; un Gruppo è definito tale “quando tutti sono al servizio di tutti, quando tutti fanno la propria parte e non solo i lavoratori, quando le problematiche di ogni singola Banca trovano soluzione non esclusivamente all’interno del proprio ambito”.

“La percezione – prosegue il documento – è che, al momento, manchi una visione d’insieme e quel senso di humanitas che in una realtà richiamata ai valori del Credito Cooperativo, ovvero alla solidarietà sociale ed alla cooperazione, non dovrebbero mai mancare. È stato detto che il Piano Industriale di Gruppo sia in fase di realizzazione e che a breve sarà presentato, ma se i prodromi sono i segnali registrati sulla questione della BCC Valdostana, c’è da essere preoccupati”. Per CooperFirst “una crescita socialmente sostenibile dell’intero Gruppo sarà possibile se CCB assumerà, senza infingimenti, nell’ambito complessivo del suo perimetro industriale, un ruolo di governo, alto e fattivo. Il tavolo di confronto è ancora aperto, una soluzione condivisa è ancora alla portata. È necessario trovarla: per i lavoratori, per le famiglie e per l’economia del territorio”.

 

Il documento a firma CooperFirst