“Incontri” 72, i lavoratori? fuori dalla porta

È online il nuovo numero di “Incontri idee&fatti”, la rivista First Cisl di approfondimento su temi sindacali, sociali, di economia, attualità e costume. In questo numero due analisi dell’Ufficio studi First Cisl sull’andamento delle prime cinque banche italiane e sul rapporto tra digitalizzazione e occupazione in banca; si parla poi di cambiamenti climatici ed economia, di tecnologia, dell’utilizzo di suggestioni e mistificazioni nel linguaggio della politica, di pensioni, tutele dei lavoratori e altri diritti (come la non comprimibilità dei tre giorni di permesso per L. 104 ai lavoratori part-time verticale o misto) anche riferendo in merito a recenti sentenze della Corte di Cassazione.

… fuori dalla porta” è il titolo dell’editoriale del segretario generale aggiunto di First Cisl, Maurizio Arena, che cita il piano industriale “lacrime e sangue” di UniCredit: 8mila esuberi in Europa, circa 6000 in Italia, e la chiusura di circa 500 sportelli.

“L’obiettivo – scrive Arena – è quello di creare valore, non attraverso lo sviluppo, ma ricorrendo ai tagli, una sorta di gioco delle tre carte in cui a perdere sono sempre il Paese e i lavoratori. Il mantra di Mustier, amministratore delegato di UniCredit è: “massimizzazione della creazione di valore per gli stakeholder, inclusa una rinnovata attenzione alla soddisfazione del cliente grazie a processi semplificati e a prodotti innovativi, nonché a un maggiore ritorno per gli azionisti”. Ma in tutto questo i lavoratori dove stanno? Probabilmente fuori dalla porta. La domanda che sorge spontanea è come si possa realisticamente pensare di rilanciare il gruppo UniCredit tagliando circa il 12% degli addetti. Quale sarà inoltre il vantaggio che la clientela otterrà dalla chiusura del 17% degli sportelli che per il nostro Paese sale al 25%?”

“Una provocazione irricevibile – per il segretario generale aggiunto di First Cisl – che fa prevedere una battaglia durissima sul tavolo negoziale, ma non solo. Diventa infatti necessario coinvolgere anche le forze politiche, perché la politica si deve rendere conto che esiste una questione bancaria che deve essere affrontata con lungimiranza. Ancora una volta si preferisce remunerare il capitale a scapito del lavoro, elemento senza il quale è impossibile creare valore”.

Il segretario generale aggiunto di First Cisl ricorda quindi il tema del rinnovo del contratto nazionale: “Trecentomila bancari sono in attesa, da un anno, che venga riconosciuto il loro contributo al settore, anche grazie alla ri-attualizzazione di un contratto che va adattato alla nuova organizzazione del lavoro, a cominciare dalla questione delle tutele professionali, per la categoria una vera e propria emergenza. Resta sul tappeto il nodo degli inquadramenti. L’ultima proposta dell’Associazione bancaria italiana cela infatti il tentativo di ridurre i salari, introducendo un salary cap che comporta un taglio retrivutivo di 9mila euro. Insomma, allo stato, non si intravvedono ancora le condizioni per chiudere una trattativa, continuamente funestata dall’annuncio di nuovi esuberi, leggasi nuovi tagli”.

Il periodico “Incontri idee&fatti” n. 72