Deutsche Bank, smart working, ma è proprio smart?

Dal 1 ottobre Deutsche Bank “introdurrà il cosiddetto ‘smart working’, ovvero una modalità di prestazione lavorativa che prevede l’espletamento della propria attività anche da un luogo diverso rispetto alla normale sede di lavoro”: è quanto si legge in un comunicato delle segreterie di coordinamento in Deutsche Bank di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, pubblicato nel sito di First Cisl Deutsche Bank.

“I Colleghi che vedranno accolta la loro domanda potranno lavorare da casa (o da altro ambiente privato preventivamente indicato all’Azienda) per un giorno alla settimana”, riporta il comunicato, precisando che “si tratta di una possibilità che la Banca riconosce esclusivamente ai Dipendenti appartenenti ad alcuni settori della Direzione Generale di Milano, escludendo pertanto sia gli altri colleghi in carico alla DG che operano sul resto del territorio nazionale sia tutti i colleghi della Rete. Va altresì evidenziato che lo ‘smart working’ viene introdotto a titolo sperimentale per un anno ed i Lavoratori interessati potranno usufruirne per 6 mesi, rinnovabili”.

Ricordando che “allo stato, non vi è alcun accordo sindacale in DB che lo regolamenti, in quanto il confronto tra le Parti, svoltosi nei mesi scorsi, non ha consentito la sottoscrizione di intese al riguardo”, i sindacati sottolineano come la trattativa abbia fatto “emergere molteplici criticità, pratiche e di principio, che hanno condotto alla ‘rottura’ su questo argomento”.

Strumentazione da utilizzare per espletare l’attività da casa “non viene fornita dalla Banca ma deve essere resa disponibile dal Dipendente che ha quindi l’obbligo di dotarsi di quanto necessario per poter operare sostenendo ogni eventuale relativa spesa”. La nota indica poi che “sotto il profilo ‘pratico’, altre problematiche sono emerse; tra queste, ad esempio, la questione delle modalità di controllo aziendale sul Lavoratore e quella degli aspetti legati alla sicurezza”.

“In generale – proseguono i sindacati – possiamo affermare che lo ‘smart working’ concepito dalla Banca si connota come una modalità rivolta ad una esigua minoranza di Colleghi per un tempo ridotto e inoltre, così come rappresentato, non sembra costituire un efficace elemento di flessibilità lavorativa da inserire nel complessivo contesto organizzativo”, ed esprimono perplessità anche “sull’introduzione di modifiche contrattuali che non siano frutto di intese sindacali”, rimarcando che “chi intenderà avvalersi dello ‘smart working’ dovrà tenere presente che sta aderendo ad un provvedimento unilaterale aziendale”.

Le segreterie di coordinamento in Deutsche Bank di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin concludono rimarcando come il significativo tema dello smart working sia “tuttora presente nelle nostre richieste di confronto con la Banca e nella piattaforma rivendicativa per il rinnovo del CCNL”.