Semestrali banche, Colombani, su inadempienze serve diffuso rientro in bonis

“Le big 5 in fuga dalle sofferenze: ma troppi tagli”: questo il titolo di Libertà generato dallo studio di First Cisl sulle semestrali delle prime banche italiane. Firma l’articolo Sara Bonifazio che fa notare come gli istituti di credito abbiano lottato a lungo per uscire dalla crisi. “Ora, a giudicare dai bilanci semestrali, la battaglia sta arrivando al termine ma, sottolineano i sindacati, ha lasciato sul campo troppe perdite. Per le big 5 (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm, Mps e Ubi) è stata una fuga dagli Utp (inadempienze improbabili)”.

“Crediti deteriorati: -20% I crediti deteriorati netti sono diminuiti del 20,1% a 48.225 milioni di euro, l’Npl ratio è migliorato dal 5,3% del giugno 2018 al 4,2% del giugno 2019 e il tasso di deterioramento del credito è sceso per tutte (Banco Bpm dall’l% allo 0,9%, Intesa Sanpaolo dall’1,3% all’l%, Ubi dall’1,7% all’1%, Unicredit dall’1,4% a 1,2%, Mps dall’1,6% all’1,3%). Boom degli utili: +22,4% Dal confronto dei dati aggregati dei bilanci del primo semestre fornito dall’Ufficio Studi First Cisl emerge anche però che il boom degli utili (complessivamente 1,16 miliardi di euro, +22,4%) è tutto merito delle operazioni straordinarie mentre i tassi di interesse sono scesi in media del 3,7% e le commissioni nette del 4,5%”.

Per il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, liberarsi delle inadempienze probabili «è un’avventura senza ritorno» che può arrecare danni ad imprese e famiglie. «La rete distributiva – dice Colombani a Libertà – è al collasso: in un anno si sono persi 9.849 posti di lavoro e 1.306 sportelli. È un danno gravissimo per il Paese, che in questo modo si vede privare dell’assistenza alle famiglie ed alle piccole e medie imprese che costituiscono il propulsore della sua economia. È assurdo perdere soldi con folli cessioni di Utp. Ha ragione Castagna, ad di Banco Bpm, quando sostiene che la migliore strategia è quella di trattarli internamente, a livello organico. Se finalmente si invertirà la strategia delle banche – sostiene Colombani – potremo registrare un diffuso rientro in bonis delle inadempienze probabili a livello sistemico, con riflessi positivi immediati e ingenti sui conti economici. Al contempo verrà salvaguardato il tessuto produttivo del nostro Paese: insomma una situazione winwin di importanza eccezionale La corsa a liberarsi dalle inadempienze penalizzerà imprese e famiglie».