Uno sciopero per sollecitare Banco Bpm a restituire i soldi spesi per l’acquisto in banca dei diamanti e salvaguardare la buona fede dei dipendenti. E’ questa in sintesi l’azione rivendicativa dei sindacati evidenziata dal “Corriere di Verona”. E’ il 20 maggio la data scelta per la protesta rilanciata dal quotidiano che rimarca come le sigle sindacali, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, stiano a sottolineare “gli elevati rischi professionali dovuti a eventuali procedimenti giudiziari e quelli legati alla perdita di fiducia da parte di colleghi e clienti”.
La notizia della proclamazione dello stato di agitazione, come riporta il “Corriere di Verona”, è stata “positivamente accolta anche dalle associazioni dei consumatori che si stanno battendo da tempo per il risarcimento completo. La vicenda, a Verona, riguarda in particolare l’ex Banco Popolare, che, solo in provincia conta un migliaio di reclami (circa 19 mila in tutta Italia)”.
Banco Bpm ha partecipato a Milano ad un incontro con Adiconsum e Federconsumatori. A rappresentare la banca, l’amministratore delegato Giuseppe Castagna. L’esito non è stato favorevole. Al quotidiano veronese, il presidente di Adiconsum Verona, Davide Cecchinato spiega com’è andata :”Avevamo chiesto un rialzo nelle proposte: ricordo che attualmente, chi ha avuto delle restituzioni ha ricevuto, in media, il 50% di quanto aveva investito. Da un’analisi che abbiamo realizzato sui casi dei nostri associati è emerso che il numero maggiore di persone coinvolte sono piccoli investitori. Infatti l’81,75% ha comprato diamanti versando una somma di denaro fino a 40 mila euro per un controvalore di quasi la metà (47,87%) del valore complessivo pari 28 milioni di euro. Solo il 18,25%, invece, è rappresentato da chi ha investito somme oltre i 40 mila euro”.