“Va subito messa fine all’assurda guerra tra poveri scatenata dal caso diamanti. I lavoratori bancari sono vittime al pari dei risparmiatori ma, di fronte alla ritrosia delle banche a effettuare i rimborsi, c’è chi prova a rivalersi sui dipendenti, a loro volta costretti a rivolgersi al sindacato per difendersi: il nostro legale si sta già occupando di 12 tra direttori di filiale e consulenti che hanno ricevuto avvisi di garanzia in 3 regioni. Pretendiamo che le banche si assumano le loro responsabilità e rifondano immediatamente la clientela. E chiediamo che l’Abi impegni le proprie associate ad applicare in pieno al personale le garanzie contrattuali: le banche si astengano dunque da qualunque azione disciplinare nei confronti dei lavoratori, non tentino di rivalersi su di loro e li sollevino anticipatamente da ogni spesa legale, e questo perché non hanno alcuna ragione, titolo o causa per agire diversamente”: è la richiesta rivolta all’Associazione Bancaria Italiana dal segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani.
“Già nel 2017, quando emise le prime sanzioni, l’Antitrust – spiega Colombani – chiarì che i lavoratori che hanno effettuato le segnalazioni di investimento ai clienti non erano a conoscenza né della composizione del prezzo, né del reale andamento del mercato dei diamanti. I dipendenti, insomma, non hanno colpe, eppure, finché rimarrà un solo risparmiatore non soddisfatto perché la sua banca non è disponibile a rimborsarlo, ci sarà il rischio di procedimenti penali a loro carico. È ora di finirla! Ci attendiamo dall’Abi una posizione chiara e risolutiva, perché non è tollerabile che chi lavora nelle aziende implicate nel caso diamanti debba rivivere l’incubo dei colleghi chiamati in giudizio per i bond subordinati delle banche risolte e per le azioni delle venete, quando molti risparmiatori tentarono di rifarsi sul personale di filiale, anziché sui veri responsabili dei disastri: per i lavoratori che abbiamo assistito in quelle vicende, tutti difesi dall’avvocato Maurilio D’Angelo, ad oggi abbiamo avuto 45 archiviazioni dopo la presentazione delle memorie difensive, 15 sentenze di assoluzione e, quel che più conta, zero condanne. Che ora si pretenda di far ricadere la responsabilità delle vendite di diamanti sui dipendenti bancari ci sembra paradossale”.