20 anni fa nasceva Banca Etica, rivoluzionaria idea “di un istituto di credito al servizio del terzo – scrive Altreconomia – e che al tempo stesso proponesse un modello alternativo di finanza. Quel modello è riassunto nell’articolo 5 dello Statuto di Banca Etica, approvato il 30 maggio 1998 che ne indica le finalità e nel quale si leggono i principi ispiratori della finanza etica, ovvero che la finanza eticamente orientata è sensibile alle conseguenze non economiche delle azioni economiche” e che “il credito, in tutte le sue forme, è un diritto umano”.
Il numero 212 del mensile economico dedica ampio spazio ad un’iniziativa che ha visto il suo avvio l’8 marzo del 1999 data in cui a Padova apriva la prima filiale. “Altreconomia” evidenzia che quello “era il primo, straordinario risultato di una storia iniziata anni prima, grazie all’iniziativa di vari soggetti dell’economia solidale italiana” (all’epoca si trattava di Arci, Acli, Agesci, Aiab, Cgm, Altromercato, Fiba Cisl – oggi First Cisl -, Manitese, Mag2, Overseas). “A vent’anni di distanza – rimarca l’autore dell’articolo, Pietro Raitano – le filiali sono diventate 17 in Italia cui vanno aggiunti i 30 banchieri ambulanti (ovvero promotori finanziari che servono le aree dove non c’è una filiale). I dipendenti sono 265. Il sogno di una banca partecipata dal basso – sancito nello statuto – ancora oggi si concretizza nei Gruppi di iniziativa territoriale (sono 88 quelli attivi) ai quali si riferiscono gli oltre 42mila soci (84% persone fisiche, erano 26mila nel 2005) per un capitale sociale che oggi supera abbondantemente i 67 milioni di euro (erano 18,4 nel 2005). Oggi Banca Etica è un istituto che raccoglie oltre un miliardo e mezzo di euro di risparmi e ha impieghi per oltre 916 milioni di euro”.