Rilancio Carige, First Cisl, in 5 anni meno personale e filiali, cambiare passo

La politica e il caso Carige. Punta su questo aspetto la sua attenzione “Conquiste del Lavoro” che pubblica un articolo dal titolo “Carige, altolà dei sindacati: ora basta con i tagli”. Il servizio fornisce un resoconto sulle varie possibilità di salvataggio della banca ligure. Si va dall’intervento statale alla ricerca di un partner, dall’ipotesi di nazionalizzazione a quelle di una fusione con un altro istituto bancario. I toni della contesa politica sono sostenuti e registrano vari interventi. “E’ chiaro – scrive il quotidiano – che l’istituto, che ha bisogno di essere ricapitalizzato, non potrà camminare solo sulle sue gambe”. A commentare la vicenda che tiene in apprensione risparmiatori, lavoratori e imprese anche il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan “Carige è un bene della comunità. È giusto proteggerla e rilanciarla, per salvaguardare i lavoratori ed i risparmi di tante famiglie. La garanzia pubblica – aggiunge – è necessaria anche per sostenere gli investimenti di tante imprese e l’occupazione”.

“Conquiste del Lavoro” riporta anche l’intervento del portavoce della segreteria nazionale di First Cisl Riccardo Colombani: “I commissari di Carige sostengono che la ripresa dovrà passare attraverso il rilancio dell’attività commerciale con le famiglie e con le imprese del territorio: siamo d’accordo, ma senza rafforzare le filiali non ci si riuscirà, così come è impossibile riuscirci se si cedono masse di crediti garantiti, anziché lavorare al loro recupero”.

Il dato relativo alla ridimensionamento del personale delle filiali Carige è contenuto in una ricerca di First Cisl del cui ufficio studi Colombani è responsabile. Il quotidiano lo richiama per evidenziare che “mettendo insieme depositi, titoli e crediti, nel 2018 Carige ha sviluppato un prodotto bancario per dipendente di 12,8 milioni di euro che, crescendo dell’8,4% rispetto agli 11,8 milioni dell’anno prima, si è allineato con i 12,9 milioni delle altre maggiori banche di territorio italiane (Banco Bpm, Mps, Ubi, Bper e Creval), segno di una forte produttività del personale. Ma i 109 milioni di prodotto bancario per filiale di Carige sono molto più bassi dei 152,4 milioni dei competitor e questo perché la banca ligure ha mediamente solo 8,5 dipendenti per sportello, contro i 12 delle altre banche”.

“I numeri parlano chiaro – ribadisce Riccardo Colombani -. In cinque anni, dal 2012, ultimo esercizio senza perdite nette Carige ha ridotto personale e filiali con un ritmo più elevato dei concorrenti, che pure hanno affrontato forti ristrutturazioni. Nella banca ligure il personale è calato del 23,1% e gli sportelli sono scesi del 21,9% contro cali rispettivamente dell’8,6% e del 16,4% tra i competitor: il risultato è che il prodotto bancario di Carige è crollato del 32,8% e quello dei concorrenti è sceso solo del 10,1%. Carige ha perso il 52,1% del proprio margine primario, mentre le altre banche scendono dell’11,9%. “Il crollo ligure è dovuto a una contrazione spaventosa dei depositi scesi del 40,3%, e dei crediti, ridottisi del 45,9%. E’ evidente che senza sportelli e con un numero troppo basso di addetti per filiale non si può fare banca del territorio e non si possono recuperare le quote di mercato perdute”.