Il tema del disimpegno delle banche dai distretti economici, lanciato da uno studio di First Cisl, viene trattato dalla “Gazzetta di Mantova” che pubblica un servizio dal titolo: “Meno sportelli e prestiti con il contagocce. Le banche in ritirata dai distretti economici”.
“Banche in ritirata dai distretti economici – scrive Francesco Romani -. Anche nei territori mantovani creati per presidiare il made in Italy e rappresentare le eccellenze del Belpaese l’ultimo decennio ha visto un calo del credito, accompagnato alla riduzione del numero degli sportelli. Una ritirata strategica del sistema bancario che ha lasciato sul campo quasi un miliardo e 700mi1a euro di mancati prestiti nell’arco del periodo 2010-2017. Questo mentre nello stesso periodo i depositi sono aumentati di un miliardo e 200 milioni circa. Con il paradosso che il risparmio drenato da privati e aziende non è ritornato localmente sotto forma di finanziamenti, ma si è trasformato in un flusso di ricchezza destinato ad altri investimenti. È questa la fotografia elaborata dall’Ufficio studi di First Cisl, sindacato dei lavoratori delle banche, delle assicurazioni, della finanza. Alla guida della task force il mantovano Andrea Scaglioni”.
“La ricerca – prosegue la Gazzetta di Mantova – ha preso in esame il territorio nazionale suddiviso per distretti economici censiti dall’Istat. Sette quelli mantovani (Asola, Castel Goffredo, Castiglione delle Stiviere, Poggio Rusco, Sermide, Suzzara e Viadana) per un totale di 63 Comuni dei quali diciannove fuori provincia. Se al 2010 nei 63 comuni erano presenti 206 sportelli bancari, 7 anni dopo il numero è sceso a 174, con un calo del 15,5%. Effetto di un taglio dei costi che ha riguardato anche il mondo bancario, ma anche di politiche di accorpamento che hanno fatto scendere la bancarizzazione dei distretti mantovani. Il calo più notevole è quello dell’area del Destra Secchia dove la scure si è abbattuta su un quarto degli sportelli (-27%) e sul Viadanese (-21%). Regge invece il complessivo distretto delle calze Asola-Castel Goffredo-Castiglione (-11%) e quello della meccanica suzzarese (-11%)”.
“I piccoli risparmiatori, dallo studio Cisl, – sottolinea Francesco Romani – hanno reagito alla crisi riempiendo i depositi bancari. La mancata propensione all’investimento in un periodo di crisi ha fatto congelare le spese. Fra 2010 e 2017 nelle banche mantovane oggetto dell’indagine i depositi sono passati da 2 miliardi e 287 milioni a 3 miliardi e 481mila euro,anche se a conti fatti non è sostanzialmente aumentata la raccolta. Gli investitori hanno preferito strumenti a minor rischio e a più breve termine (depositi) anziché avventurarsi sul fronte dell’investimento azionario. Uno “spostamento” delle abitudini che ha riguardato in particolar modo il distretto di Castel Goffredo passato da un deposito di 199 milioni nel 2010 a 393 milioni nel 2017 con un aumento del 97%. Mediamente, sui 63 comuni, la crescita degli investimenti soft è stata del 52% congelando, di fatto circa un miliardo e 200 milioni”.
“L’arretramento del credito – evidenzia il quotidiano mantovano – non ha risparmiato i territori che dovevano costituire il biglietto da visita della nostra economia come i distretti produttivi. La crisi che ha ridotto la platea dei richiedenti e le sofferenze bancarie che hanno messo in difficoltà il comparto creditizio destinato a dare nuovo ossigeno all’economia stremata hanno innescato un circolo vizioso. La stretta della liquidità alle imprese nei 63 comuni oggetto dell’indagine Cisl è stata progressiva, anche se rispetto ad altre regioni alcuni distretti si sono salvati. È il caso del Destra Secchia dove addirittura in 7 anni i prestiti sono aumentati ( + 7%) di Castiglione (-8%), dell’Asolano (-11%) e del Suzzarese (-11%) tutti sotto la media nazionale del -18%. Bagno di sangue invece nel Sermidese, costituito in buona parte dall’area rodigina (-46%), nel Viadanese (-26%) ed Asolano (-27%). Un calo solo apparentemente mitigato se si guardano i dati dei prestiti per sportello. Complessivamente, se nel 2010 i prestiti erano più che doppi dei depositi (213%) sette anni dopo questo indice è sceso a 120% confermando la stretta creditizia che oggi solo in qualche settore sta invertendo il suo trend”.