Primo maggio, Furlan, il lavoro è il principio fondamentale della Repubblica

“Il lavoro è il principio fondamentale su cui si fonda la nostra Repubblica, ma, soprattutto, la sicurezza e la tutela della salute nei luoghi di lavoro sono la condizione essenziale in una società civile e sviluppata” ha detto la segretaria generale dell Cisl, Annamaria Furlan, nel suo intervento dal palco di Piazza del Duomo a Prato dove si sono altenati i comizi dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo per la Festa dei Lavoratori. E lo ha ribadito anche in un suo editoriale pubblicato su ‘Il Dubbio’, e ‘Il Quotidiano nazionale’ tornando sul ruolo delle imprese e osservando come di fronte all’aumento degli incidenti mortali sul lavoro che quotidianamente portano tragedie e lutti nelle famiglie italiane non si possa parlare di fatalità. “È evidente che le imprese grandi e piccole sono chiamate oggi ad un ruolo di grande responsabilità. Devono investire in nuovi macchinari più sicuri, rendere i luoghi di lavoro sempre meno vulnerabili agli incidenti” ha ribadito Furlan sottolineando che anche il sindacato deve fare di più: denunciare gli appalti al ribasso, l’eccesso di esternalizzazioni, pretendere il rispetto integrale di tutte le norme sulla sicurezza. C’è bisogno di vincoli seri, garanzie salde, di discutere sui carichi eccessivi di lavoro e di straordinari. Bisogna contrattare il lavoro festivo e domenicale in tutti i settori, eliminare o ridurre al minimo i rischi per la salute. È anche un problema culturale, di rispetto per la dignità del lavoro che va difeso in questa società sempre più globalizzata ed individualista, come spesso ci ricorda papa Francesco”.

“La sicurezza nei luoghi di lavoro è un “non tema”  nel dibattito pubblico, politico e istituzionale. Se ne discute solo nelle formali note di cordoglio, dopo l’ennesima ‘morte bianca’” ha fatto notare nei giorni scorsi la Segretaria generale della Cisl in un suo editoriale pubblicato su il quotidiano ‘Avvenire’ ribadendo la necessità di “mettere al centro i problemi del Paese, non gli interessi di partito” di “rafforzare il dialogo sociale, assumendo il tema del lavoro e della sua sicurezza come la ‘questione nazionale’ su cui si misurare la reale e concreta volontà e attenzione della politica ai problemi dei cittadini e dei più deboli. Sarà l’appello che il Primo Maggio i lavoratori e il sindacato, da Prato e da tutte le altre piazze italiane, rivolgeranno alle istituzioni” ha sottolineato.

“Qui, dal nostro Sud, a Carfizzi, luogo di lotte contadine contro lo sfruttamento e il caporalato, vogliamo lanciare un messaggio forte a tutte le istituzioni e alla politica” ha detto Luigi Sbarra, Segretario Generale Aggiunto Cisl, intervenuto in comizio questa mattina a Carfizzi, in provincia di Crotone, per la celebrazione del Primo Maggio. “La sicurezza nei luoghi di lavoro impone una svolta, un’azione decisa e coordinata con le articolazioni della società per dare risposte a un’emergenza nazionale che presenta ancora al Mezzogiorno le ferite più dolorose. Il sindacato – ha aggiunto Sbarra – deve essere maggiormente coinvolto in una strategia ben declinata sui territori. Servono più ispezioni, e più ispettori. Ma soprattutto ci vuole la capacità da parte delle istituzioni di orientare i controlli in maniera più mirata e intelligente. Per questo la cooperazione con il mondo del lavoro è determinante”. “Il Mezzogiorno – ha sottolineato ancora Sbarra – può diventare la più rilevante opportunità di rilancio per l’economia italiana ed europea, ma per il momento rappresenta la più grande occasione persa. Dobbiamo partire dalla più strategica delle risorse: il capitale umano. Il lavoro dignitoso è la colonna su cui si regge lo sviluppo e la precondizione essenziale per prosciugare il bisogno di cui si nutre il cancro della criminalità organizzata. Ognuno deve fare la sua parte. I leader di partito guardino bene le bandiere unite del sindacato. E si rendano conto che la politica ha molto da imparare da questa società e dal nostro Sud”.

“Troppe vittime e disoccupazione, la politica deve svegliarsi” ha sottolineato Sbarra anche dalle pagine de ‘Il Quotidiano Nazionale’. “Una interminabile scia di sangue che nel 2018 ha già portato oltre 160 morti. Una piaga cui aggiungere la conta dei casi non censiti e la lunga lista degli infortuni, dei ferimenti, delle malattie professionali. E oggi il sindacato confederale scende in piazza per dire basta a questa vergogna, per imporre un’agenda alla politica ed alle istituzioni, per mettere in chiaro un concetto: che la sicurezza sul lavoro è questione nazionale, una grande emergenza da cui dipende la credibilità delle nostre istituzioni e la tenuta dei nostri valori costituzionali”.