Primo maggio, Furlan, non si può continuare a morire di lavoro

“Non si può continuare a morire di lavoro. Lo diremo domani a Prato ed in tutte le piazze italiane”. È quanto torna a ribadire la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan alla vigilia della tradizionale Festa dei Lavoratori e della manifestazione di Cgil, Cisl, Uil che si svolgerà quest’anno nella cittadina toscana, scelta quale città simbolo di un’importante realtà industriale dove il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è fortemente sentito. “Il lavoro è il principio fondamentale su cui si fonda la nostra Repubblica” prosegue Furlan. Ma, soprattutto, la sicurezza e la tutela della salute nei luoghi di lavoro sono la condizione essenziale in una società civile e sviluppata. Di fronte all’aumento degli incidenti mortali sul lavoro che quotidianamente portano tragedie e lutti nelle famiglie italiane non si può parlare di fatalità” , aggiunge la Furlan. “Nel nostro Paese ogni giorno in media tre persone muoiono sul lavoro. E’ una lenta morte collettiva, silenziosa, incrementata dalla precarietà, dai mancati investimenti in sicurezza, dall’omissione di controlli. In nome spesso del profitto ottenuto sulla pelle dei lavoratori. Come avviene a quei giovani fattorini di Foodora e di altre aziende della gig economy che, sottopagati e senza alcuna tutela, sfrecciano in bici per le strade delle città europee, ai ritmi serrati imposti dai computer che somministrano loro mansioni e ne monitorano le prestazioni. Domani saremo in piazza anche per loro e per tutti i lavoratori che combattono per difendere il proprio posto di lavoro”, sottolinea la Segretaria della Cisl.

“È evidente che le imprese grandi e piccole sono chiamate oggi ad un ruolo di grande responsabilità”, aggiunge ancora la Furlan. “Devono investire in nuovi macchinari più sicuri, rendere i luoghi di lavoro sempre meno vulnerabili agli incidenti. Ed anche il sindacato deve fare di più: denunciare gli appalti al ribasso, l’eccesso di esternalizzazioni, pretendere il rispetto integrale di tutte le norme sulla sicurezza. C’è bisogno di vincoli seri, garanzie salde, di discutere sui carichi eccessivi di lavoro e di straordinari. Bisogna contrattare il lavoro festivo e domenicale in tutti i settori, eliminare o ridurre al minimo i rischi per la salute. È anche un problema culturale, di rispetto per la dignità del lavoro che va difeso in questa società sempre più globalizzata ed individualista, come spesso ci ricorda papa Francesco”.

“Sicurezza: il cuore del lavoro” lo slogan scelto da Cgil, Cisl, Uil per la Festa dei Lavoratori per dare  “un segnale forte e inequivocabile alla politica, al mondo delle imprese e delle istituzioni nazionali e locali, alla scuola e al sistema pubblico, nel cambiare rotta e passo, e per contribuire a porre, quale nostro principio intangibile, la centralità della persona nel lavoro.

La rilevanza del tema, la rinnovata drammaticità dei dati sugli infortuni e le malattie professionali, le mancanze e i ritardi, a partire dall’assenza di una strategia nazionale di prevenzione e dalle migliaia di aziende non in regola, sono fattori evidenti di quanto ci sia necessità di porre il tema della tutela della salute e sicurezza al centro dell’attenzione del mondo del lavoro. A dieci anni, poi, dall’emanazione del Dlgs n.81 del 2008, testo che ha posto le basi di un cambiamento profondo, ancora in evoluzione, nel modo di concepire e rendere fattiva la prevenzione e protezione nei diversi ambiti lavorativi, la scelta fatta acquisisce un valore ancora più significativo.

L’appuntamento di Prato è alle ore 10, in Piazza Mercatale, dove partirà il corteo che percorrerà Via San Silvestro, Piazza San Marco, Via Piave, Piazza delle Carceri, Piazza San Francesco, Via Ricasoli, Via Cesare Guasti e Via L. Muzzi. L’arrivo è in Piazza del Duomo dove, a partire dalle ore 12, si terrà il comizio conclusivo dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

Prima della manifestazione nazionale a Prato, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil si recheranno al cimitero monumentale di Marcognano situato a Torano, frazione del comune di Carrara, lungo il passo delle Alpi Apuane, dove alle ore 8 è prevista la deposizione di una corona al monumento ai caduti sul lavoro per ricordare la tragedia avvenuta alla cava marmifera dei “Bettogli” il 19 luglio del 1911, in cui persero la vita dieci lavoratori.

Nel pomeriggio, invece, si terrà come ogni anno il Concertone in piazza San Giovanni a Roma, promosso dalle tre confederazioni e organizzato da iCompany. Una lunga maratona musicale trasmessa come sempre in diretta Tv da Rai 3 e in diretta radio da Rai Radio 2.