Siracusa, Cisl e First Cisl, credito in Sicilia senza centri decisionali

First Cisl e Cisl in Sicilia si interrogano sull’evoluzione cui va incontro il settore bancario e sugli effetti avrà sul territorio regionale. L’iniziativa, coordinata da Rita Mizzi, segretario provinciale di First Cisl Siracusa – Ragusa, si svolgerà il 13 aprile alle 15 e sarà ospitata a Siracusa nel Salone Borsellino di Palazzo Vermexio.  Di rilievo i partecipanti che si alterneranno al tavolo dei lavori interrogandosi su come la banca possa continuare ad essere un motore dello sviluppo economico. Saranno presenti il segretario generale Nazionale di First Cisl, Giulio Romani il segretario generale Ust Cisl Ragusa-Siracusa Paolo Sanzaro ed autorevoli esponenti del mondo bancario, accademico, economico, imprenditoriale e della politica regionale.

Al convegno verrà anche presentato AdessoBanca!, il “manifesto per la tutela del risparmio e del lavoro”. “Da molti anni assistiamo a processi di riorganizzazione – interviene Rita Mizzi, segretario provinciale First Cisl Ragusa – Siracusa – che hanno visto molti istituti storici siciliani continuare l’esercizio dell’attività bancaria sotto altre insegne. Il territorio ha così visto ridotta la presenza fisica degli sportelli registrando l’allontanamento dalla regione dei centri decisionali. Banco di Sicilia e Sicilcassa avevano un forte radicamento nelle comunità e svolgevano il ruolo di propulsore dell’economia locale. Nel processo di sostegno venivano affiancati da tanti altri istituti di medie e piccole dimensioni che rappresentavano un reale punto di riferimento per la clientela. I tempi sono cambiati ma è nostro dovere interrogarci sugli effetti che la continua azione di spersonalizzazione bancaria ha avuto e sta avendo sulle economie comprensoriali. Abbiamo organizzato il confronto del 13 aprile – conclude Rita Mizzi – con l’intento di porre in evidenza le problematiche e favorire una riflessione su di un modello che rischia ancora più di penalizzare zone economicamente fragili rese ancor più fragili da 10 anni di crisi”.