Ex venete, rischiano 700 lavoratori, dare certezze occupazionali

“Non sappiamo se prenderla come una barzelletta o come il rischio di un clamoroso conflitto di interessi. Non vogliamo neppure pensare che chi ha costantemente affermato che i problemi di una banca sull’orlo del fallimento si potessero risolvere licenziando migliaia di lavoratori ora possa essere anche marginalmente coinvolto nel progetto che vuole fare business con la gestione dei crediti deteriorati della banca di cui era presidente”: lo afferma il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, a commento della notizia di un possibile coinvolgimento di Leonardo&Co, società di servizi finanziari nel cui advisory board siede l’ex presidente di Banca Popolare di Vicenza Gianni Mion, nella gestione di un portafoglio di crediti incagliati proveniente dalle ex popolari venete.

“Tutto questo – aggiunge il segretario generale aggiunto di First Cisl, Maurizio Arena – mentre sono ancora aperte le ferite inferte ai risparmiatori e all’occupazione a causa della crisi delle ex banche venete, tanto che proprio oggi abbiamo incontrato il sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Pier Paolo Baretta, per cercare di dare certezze sul loro futuro occupazionale ai 700 lavoratori esclusi dal salvataggio attuato da Intesa Sanpaolo. La soluzione a possibili tensioni occupazionali a nostro avviso è nella Sga incaricata dal Governo dell’amministrazione dei crediti deteriorati provenienti da Popolare Vicenza e Veneto Banca o comunque nelle società di cui si avvarrà la Sga: è lì che riteniamo possano essere ricollocati questi lavoratori, dedicandoli proprio a quella gestione paziente e professionale degli npl, finalizzata al massimo recupero nel tempo, che poteva essere attivata già molto prima nelle due ex popolari”.