Il Piccolo sull’emorragia di chiusure di filiali in Friuli Venezia Giulia

“Qualcuno ha provato a liquidare la questione con una battuta: «Le banche chiudono perchè la gente ha sempre meno soldi». Sta di fatto che a Trieste molti istituti di credito hanno abbassato le serrande delle proprie filiali, lasciando sguarnite piazze e scoperti, in alcuni casi, interi rioni”: prende avvio così l’ampio servizio dal titolo “Chiusa in dieci anni una filiale su cinque”, a firma di Luca Saviano, pubblicato dal quotidiano triestino Il Piccolo riguardo alla contrazione della rete del sistema bancario in Friuli Venezia Giulia.

“I numeri che emergono dal database della Banca d’Italia – scrive Saviano – parlano abbastanza chiaramente: negli ultimi dieci anni in provincia di Trieste sono sparite trenta filiali. Nel 2007 se ne contavano 143, mentre alla fine del 2016 gli sportelli attivi risultavano 113. Un’emorragia lenta ma inesorabile che ha creato non poche difficoltà agli utenti delle banche, specie di quelle presenti nel centro città, e che non sembra destinata a fermarsi. Si tratta di un taglio che sfiora il 21 per cento (una filiale su cinque dunque), e che in alcuni casi ha preso alla sprovvista gli stessi correntisti, che si sono visti chiudere o spostare la sede dei propri risparmi da un giorno all’altro. «Le banche lo chiamano efficientamento spiega Roberto De Marchi, segretario generale di First Cisl Fvg, la sigla sindacale che ha reso noti i numeri degli esuberi (17.500) che si sono verificati nel comparto bancario italiano nei primi sette mesi dell’anno . E la logica che vuole la chiusura delle realtà meno efficienti e redditizie». Gli istituti di credito interpellati si sono affrettati a definire queste scelte come il frutto di una «riorganizzazione della propria rete commerciale» e non come il possibile risvolto di un piano di disinvestimento dal mercato triestino”.