“La nostra azione si deve misurare con questo quadro di complessità inaudita; abbiamo gli strumenti: occorre migliore l’efficacia organizzativa. Il nostro modo di intendere la rappresentanza è esigente, perché rifugge le semplificazioni; ci contraddistingue un pragmatismo radicato in analisi puntuali, proprie dei grandi soggetti collettivi non corporativi, che non inseguono opportunisticamente le contingenze associative, ma si candidano a governare i processi e le grandi trasformazioni”: sono alcuni passaggi della nona tesi del Congresso nazionale di First Cisl, dedicata ai “fondamenti attuali del localismo mutualistico nel credito“.
“È comunque evidente – dice la tesi – che la morfologia della struttura socio-produttiva italiana richieda una presenza bancaria plurale nella ‘biodiversità’ di modello e missione, ma anche che sappia agire, in alcune circostanze, come un ‘sistema’, tra e con gli altri soggetti economici, istituzionali, imprenditoriali e sociali. Ciò vale anche per il Credito Cooperativo, che rappresenta una specificità insostituibile di questa ‘biodiversità’ e che si avvia alla terza grande trasformazione della propria storia; tale trasformazione lo modificherà in profondità come mai accaduto in precedenza.