CR Volterra Comunicato Stampa delle Rappresentanze Sindacali Aziendali FIRST CISL- FISAC CGIL – FABI – UILCA

Comunicato Stampa:
Le Organizzazioni Sindacali Aziendali della Cassa di Risparmio di Volterra
rendono noto di aver esperito il tentativo di conciliazione previsto dalla vigente
normativa per l’esercizio del diritto di sciopero nell’ambito della Commissione
prevista, composta da rappresentanti ABI e Dirigenti Sindacali Nazionali.
Nonostante sia stato profuso ogni possibile tentativo di mediazione la
Commissione non ha potuto che prendere atto dell’esito negativo della
procedura, constatando l’impossibilità di proseguire la trattativa.
In tale occasione l’azienda non ha mancato di dimostrare, ancora una volta, la
più totale intransigenza a rivedere le proprie posizioni che, ricordiamo, hanno
portato alla cessazione del Contratto integrativo aziendale, al recesso
dall’Accordo sulla previdenza complementare, nonché alla disdetta dagli Accordi
sul part-time, sulle agibilità sindacali, sui ruoli chiave, e sulla mobilità del
Personale: un atteggiamento questo che giudichiamo inaccettabile e che ha
determinato la pressoché totale cancellazione della contrattazione di secondo
livello, in una chiara logica di svilenti “attacchi” al sistema di norme che per
decenni hanno mantenuto in equilibrio i diritti dei Lavoratori con i contesti
organizzativi dell’azienda.
Le ripetute rassicurazioni dei vertici aziendali nel confermare il loro intento di
trattare con le forze sociali e di pervenire ad un accordo accettabile per
entrambe le parti, sono state quindi ancora una volta smentite dalla assoluta
autoreferenzialità espressa dalla delegazione aziendale, conclamando un
metodo di condurre relazioni industriali inaccettabile e teso a squalificare il
ruolo sindacale azzerando i diritti dei Lavoratori rappresentati.
A beneficio di chiarezza teniamo a precisare che i “legittimi” recessi dagli
accordi, se applicati con sistematicità come in questo caso, sottendono l’intento
di indebolire artatamente la posizione dei Lavoratori e potrebbero configurare
un grave atteggiamento antisindacale eventualmente sanzionabile a termini di
legge.
Il Sindacato, in questi lunghi mesi di vertenza ha mostrato grande senso di
responsabilità e disponibilità ad operare nella direzione dei significativi e
dolorosi tagli del costo del Contratto integrativo aziendale richiesti dall’azienda,
ricevendo in ogni occasione come risposta un inesorabile “apprezziamo lo sforzo
ma non basta”.
Non è ammissibile che l’azienda i proceda con la politica dei tagli “imposti”
fin’ora adottata, né con nuovi interventi che potrebbero ledere legittimi diritti
acquisiti dei lavoratori, né trattare accordi in pendenza di una loro disdetta; così
facendo si cancellano 30 e più anni di contrattazione aziendale e si calpesta la
dignità di 450 Lavoratori, soprattutto per gli istituti di natura sociale – e non
necessariamente economici – di cui vengono ora privati.
Vorremmo ricordare che le banche ritenute competitors di CRV nel 2021 hanno
raggiunto traguardi di bilancio importanti, un esempio su tutte le bcc che hanno
chiuso con un utile di 41 milioni.
Se la Cassa è in ritardo rispetto agli altri player la colpa non può e non deve
ricadere sui lavoratori che eseguono le direttive imposte dall’alto. Se guardiamo
al futuro la banca non può prescindere dai suoi dipendenti, e di fronte alle scelte
fatte, la nostra risposta non poteva essere diversa da quella che è stata.
In merito all’imminente ricapitalizzazione dell’Istituto, su cui da vari mesi si
susseguono voci, dal momento che non abbiamo ricevuto informazioni né
sull’entità dell’intervento, né sugli attori che vi parteciperanno, non possiamo
che nutrire forti dubbi sul fatto che la vociferata possibilità di ingresso di un
socio industriale primario, possa rappresentare la migliore soluzione per i
Lavoratori e per tutti gli stakeholders: a tutt’oggi non ci è dato infatti sapere
come interverrà, ma cosa più importante di tutte e quali saranno le ricadute che
questo progetto industriale porterà per i Lavoratori e conseguentemente per il
Territorio, con quanto Personale e con quanti sportelli dovrà operare la Cassa, se
vi saranno esuberi e/o esternalizzazioni degli uffici di Direzione (peraltro già
iniziate) e/o chiusure di sportelli.
Adesso che il ruolo della Fondazione sarà fortemente ridimensionato per
l’ingresso dei nuovi soci nella capitale sociale della Banca la clientela, i lavoratori
le amministrazioni del territorio dovranno fare fronte comune e capire se possa
consentire il mantenimento di quella particolare attenzione al territorio che fino
ad oggi ha caratterizzato l’attività della CRVolterra. Infatti in mancanza di
adeguate garanzie l’ingresso dei nuovi soci rappresenterebbe una mera illusione
in cui la vocazione territoriale della CRV quale “banca del territorio” verrebbe
talmente svilita di ogni significato sostanziale fino a rendere tale espressione
lessicale come slogan e niente più.
Il Personale della Cassa di Risparmio di Volterra, riunitosi in Assemblea il 20
giugno presso la Sala Consiliare del Comune di Volterra, ha preso atto della
situazione ed espresso con ferma determinazione il totale sostegno al Sindacato
che ha preannunciato l’imminente proclamazione di scioperi – il primo dei quali
si svolgerà in data 8 luglio – e le azioni anche legali intende intraprendere a
tutela dei Lavoratori.
A fine riunione, i molti partecipanti hanno voluto rappresentare il loro dissenso
verso il Presidente e l’Amministrazione aziendale recandosi sotto le finestre della
Sede della Cassa per pronunciarsi in applausi polemici alla Dirigenza, cui è stata
rivolta a gran voce un’accorata richiesta di rispetto, un rispetto che da troppo
tempo i Dipendenti non vedono più espresso nei loro confronti.
FIRST CISL FISAC CGIL FABI UILCA