Mps, i sindacati avviano le procedure per la proclamazione dello sciopero

“Dopo giorni di inutile attesa, appare evidente come il Ministro Franco ritenga di non dover convocare i rappresentanti dei 21mila Lavoratori del Gruppo MPS, nonostante saranno questi ultimi a subire gli effetti dell’operazione che si sta profilando con molti punti oscuri”; è quanto si legge in un comunicato unitario delle segreterie di coordinamento in Banca Monte dei Paschi di Siena di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin che tuonano: “Faremo sentire comunque la nostra voce, da Nord a Sud, dalle Filiali, dalla Direzione Generale, dal Consorzio, dalle Società del Gruppo, dai poli distaccati presso società terze”.

NON PROTESTIAMO CONTRO una possibile soluzione per risolvere i problemi della Banca, la nostra non è una critica aprioristica – prosegue la nota unitaria – Vorremmo capire i motivi e il perimetro di una trattativa in esclusiva caratterizzata da una moral suasion esercitata dall’azionista pubblico – lo Stato – che intende accordare una serie di indubbie agevolazioni in favore del soggetto acquirente, Unicredit. Vorremmo capire inoltre perché non vengono prese in considerazione soluzioni alternative.

PROTESTIAMO PER avere chiarezza su un’acquisizione che si gioca sulla pelle delle persone e pertanto non può essere condotta al buio o sulla fiducia. Non deleghiamo la tutela dei Lavoratori a nessuno, perché compete a noi.

PROTESTIAMO PER definire i destini dei 21mila dipendenti del Gruppo, nessuno escluso.

PROTESTIAMO PER delineare un’operazione dai contorni chiari e non divisa in due tempi (prima quello che piace, senza che quello che non piace abbia una prospettiva).

PROTESTIAMO PER avere contezza sull’acquisizione della rete filiali di tutt’Italia. Le filiali MPS del perimetro che sarà acquisito da Unicredit come si collocano nella legislazione antimonopolistica (Antitrust)? Le sovrapposizioni saranno chiuse? Cedute a terzi? Analogamente, le filiali MPS del perimetro che non sarà acquisito da Unicredit – esclusione che sembra interessare intere aree geografiche – saranno chiuse o cedute a terzi? I colleghi di tutte queste filiali resteranno al loro posto? Continueranno a fare il loro mestiere? Oppure saranno oggetto di mobilità professionale e territoriale?

PROTESTIAMO PER chiarire il futuro delle strutture non prettamente commerciali. Quali sono? Solo la Direzione Generale, peraltro avente significativi presidi sparsi in tutte le regioni d’Italia, oppure anche gli uffici considerati di supporto, come le direzioni le aree territoriali ed i poli di consorzio? E se Unicredit è interessata alle attività commerciali, disponendo di supporti suoi, a quale altro soggetto potrà interessare un supporto alla rete senza più la rete?

PROTESTIAMO PER capire come si collocano nella possibile acquisizione le società del gruppo, tutte nate dalla costola della banca e anche finanziate con personale proveniente dalla banca, nonché i colleghi reintegrati in MPS e tuttora distaccati sulla società terza Fruendo Srl.

PROTESTIAMO PER avere garanzie che la quantificazione degli esuberi sia coerente con la platea degli aventi diritto al Fondo di Solidarietà delle realtà eventualmente interessate, che il calcolo dell’assegno non subisca modifiche peggiorative e che l’accesso sia realmente volontario”.

“Dopo tanti anni di duro lavoro e sacrifici – ribadiscono Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin – non dobbiamo lasciarci sopraffare dalla paura o dalla rassegnazione proprio ora. Tocca a noi farci sentire dallo Stato, dal Governo, da Unicredit”.

Ecco perché i sindacati hanno “avviato le procedure per la proclamazione dello sciopero e, nei tempi previsti dalle normative” e daranno vita “a un ciclo di assemblee per fare il punto della situazione”.

Siamo determinati a giocare il nostro ruolo in questa partita perché la posta è altissima – ricordano Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin – ma dovremo conquistarcelo insieme alle Lavoratrici e ai Lavoratori del Gruppo.

 

Il comunicato unitario delle segreterie di coordinamento di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin