Gruppo Mooney, lavoro agile, i sindacati aprono lo stato di agitazione

“In data 31 luglio Mooney ha comunicato alle parti sociali che non avrebbe rinnovato l’accordo in scadenza sul lavoro agile.

Sono cose che, purtroppo, condivisibili o meno, dal nostro punto di vista meno, nelle aziende possono capitare. Ci si siede e se ne parla. Spesso si trovano delle soluzioni o, almeno, questo è quello che noi ci impegniamo sempre a fare.

In questa circostanza a sorprenderci e preoccuparci sono le motivazioni addotte: a detta dell’azienda i lavoratori non sono capaci di organizzarsi con conseguenti effetti negativi sulla produttività.

Scopriamo, quindi, con enorme stupore – ci chiediamo se ne siano a conoscenza anche gli azionisti di Mooney ovvero Intesa San Paolo ed Enel – che in Mooney è già operativa la partecipazione organizzativa dei lavoratori.

Ma, poiché a noi non risulta così e che, invece, l’organizzazione sia in capo esclusivamente all’azienda – quindi, ai manager da essa scelti – se falle ci sono, come da loro stessi dichiarato, esse non possano essere attribuite ai lavoratori e al lavoro agile che viene indicato come responsabile e, di conseguenza, unilateralmente eliminato. E tutto questo mentre l’ISTAT certifica che con il lavoro agile, aumenta la produttività, diminuisce la malattia, si favorisce il work-life balance, aumenta il benessere organizzativo, tutti lavorano meglio e anche l’ambiente ne beneficia.

Quindi perché toglierlo?

Le motivazioni reali potrebbero essere altrove: forse l’azienda sta nascondendo altre intenzioni, tra cui quella di spingere i lavoratori a guardarsi intorno? È solo un dubbio ma con delle basi concrete.

Chissà se anche gli azionisti, come noi, si stanno interrogando in merito o hanno già delle risposte che avranno il piacere di condividere.

Noi poniamo delle domande legittime e sensate. Quelle che mancano, al momento, sono le risposte.”

First Cisl Milano Metropoli


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