Congresso, intervista a Vittorio Penzo

Le interviste ai componenti la segretaria uscita dal Congresso First Cisl Milano prosegue con alcune domande rivolte al segretario generale aggiunto Vittorio Penzo.

D: Vittorio, quale credi che sia la principale qualità che può dare maggior valore ed efficienza alla vostra segreteria?

R: indubbiamente l’ascolto. Sono fermamente convinto che il modo migliore per affrontare un ruolo di responsabilità e di costruire una riconosciuta leadership, consista nell’iniziare a fare un diffuso esercizio di empatia nei confronti delle persone con cui si lavora. Sforzarsi di conoscerne le esigenze, i timori e le aspettative. Farsi domande sul contesto in cui esse operano e sull’origine delle criticità che inevitabilmente questo presenta.
In sintesi, si tratta di iniziare un percorso che porti la segreteria ad avere un’idea chiara su cosa sia necessario fare per dare gli strumenti migliori per la loro attività, ai propri Quadri sindacali di riferimento.
Al centro di tutto ciò ovviamente dev’essere posto l’ascolto.
Solo una volta che le persone si sentono ‘ascoltate’ saranno più aperte e ben disposte nei confronti di una guida, che nel nostro caso chiamiamo Segreteria, dando maggiore valore ed efficacia ad indicazioni, richieste e suggerimenti che da essa provengono.

D: i giovani, come pensi possa essere affrontato da questa segreteria il problema dell’allontanamento dei giovani dal sindacato?

R: ritengo che il tema generazionale debba essere al vertice delle priorità di questa segreteria e del sindacato più in generale. Non è passato molto tempo da quando io stesso ero un RSA della mia azienda ed ho nitido il ricordo di quanto fosse difficile anche solo avvicinare i neoassunti under 30 nei corridoi o alle macchinette del caffè. Quando riuscivo a farmi concedere un po’ del loro tempo mi rendevo conto che non gli fosse chiaro il ruolo del sindacato e la sua funzione di corpo intermedio nel mondo del lavoro e nel sociale. Credo infatti che il principale problema nel coinvolgere i giovani nel sindacato sia innanzitutto culturale e legato all’approccio individualistico ai temi del sociale e alla frammentazione prismatica del pensiero ad opera dei social network.
Ma se del tema culturale il sindacato non si può fare carico da solo, ma piuttosto impegnarsi per stimolare un dibattito pubblico che riporti la dignità ed il riconoscimento della funzione del sindacato come aggregatore di persone, idee e progetti, è vero che una politica sindacale più solidale ed autenticamente attenta alle esigenze delle nuove generazioni di lavoratori, contribuirebbe sicuramente ad un loro maggiore coinvolgimento nella vita sindacale.
Sono convinto che a tale scopo vada fatta, a partire dalla nostra segreteria, una riflessione sulla distanza fra quanto professato sull’attenzione ai giovani in direttivi, congressi e convegni e quanto in realtà è riscontrabile negli accordi e nei contratti aziendali, nonché sulle energie realmente spese in formazione e sostegno dei più giovani fra i quadri sindacali.
Una giovane o un giovane sindacalista ben formato e ben seguito con generosità da sindacalisti più esperti, può aprire nuove e più efficaci finestre di dialogo con i lavoratori loro coetanei, con cui condividono esigenze e sensibilità.

Comunicazione First Cisl Milano Metropoli


Allegato: intervista a Vittorio Penzo