Il direttivo dell’11 dicembre scorso che si è tenuto nella nuova sede della Cisl di via Valassina 22 ha visto la partecipazione di due sindacalisti storici della nostra categoria.
Ai lavori hanno partecipato, in qualità di graditi ospiti, Marco Confetta, segretario generale della FIB di Milano fra la fine degli anni ’50 e gli anni ’60, e Romano Guerinoni, segretario generale della FIBA di Milano negli anni ’70.
Ci hanno raccontato un mondo sindacale molto diverso da quello di oggi ma anche molto diversi fra loro.
Marco Confetta, segretario molto prima che venisse promulgata la L.300, ci ha raccontato di una FIB milanese in cui si contavano solo 150 iscritti, di cui 1/3 pensionati, ben lontani dalle migliaia di oggi, tutti attivi.
Erano anni in cui, non essendoci tutte le tutele dello statuto dei lavoratori, fare sindacato era molto complicato.
Era complicato svolgere l’attività e incontrare i colleghi; senza le agibilità e senza spazi adeguati si faticava a trovare dei momenti opportuni da cercare soprattutto fuori dell’orario di lavoro. Il sindacalista normalmente veniva “punito” e mandato a lavorare nei sotterranei, il suo ruolo nel rapporto con l’azienda era limitato ad alcune commissioni in cui, per esempio, si sceglieva il tessuto del camice nero che le donne erano obbligate ad indossare.
L’epoca di Guerinoni era molto diversa, un’epoca di fermento sindacale e di riconoscimento ampio del ruolo. Il settore bancario era fortemente in crescita e la base sindacale era molto solida. Era l’epoca dei picchetti, delle denunce ma anche di una grande attenzione al diritto del lavoro.
Due epoche molto diverse tra di loro e diverse da quella odierna in cui sono tornate molte delle antiche difficoltà nel fare sindacato ma, a detta di entrambi, tutte accomunate da un unico filo conduttore: l’insegnamento di Pier Carniti di un sindacato, la Cisl, non corporativo, autonomo e solidale.
Si è trattato di un momento davvero toccante di condivisione della memoria storica del nostro sindacato a Milano.
Isaac Newton diceva: “Se ho potuto vedere lontano, è perché mi sono seduto sulle spalle dei giganti”. Per il Direttivo di Milano è stata una preziosa occasione per sedersi e guardare lontano, nel passato ma anche nel suo futuro.
