Royal Bank of Canada, riconosciuti i disagi di tutti i lavoratori

Come noto, Royal Bank of Canada (RBC) ha annunciato che, entro novembre 2022, chiuderà la filiale italiana.

L’operazione di fusione Intesa-Ubi ha determinato il recesso del contratto in essere tra RBC e Pramerica Sgr, principale cliente della banca canadese, comportando di fatto la chiusura delle attività a esso riferito.

Il 4 agosto è stato raggiunto un accordo firmato in RBC che prevede l’adesione al fondo esuberi per gli aventi diritto (8 persone), il rientro in Intesa dei 32 lavoratori provenienti da UBI per effetto della clausola fortemente voluta dal sindacato in occasione del trasferimento del personale verso RBC e, per tutti gli altri non coperti da garanzia, l’attivazione del fondo emergenziale.

Nella stessa data anche in Intesa è stato firmato un accordo che prevede, oltre al rientro dei 32 lavoratori trasferiti da UBI, l’impegno per l’assunzione di tutti gli altri colleghi presso Intesa e società terze (State Street), in modo da garantire l’occupazione a tutti.

Il 22 ottobre analogo verbale è stato sottoscritto in State Street per l’assunzione di 25 lavoratori.

Nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2021 si è svolta una lunga, estenuante, serrata e singolare trattativa ai sensi della L.223/91 (licenziamenti collettivi) durante la quale il Sindacato ha fortemente voluto integrare quanto non previsto dall’accordo siglato il 4 agosto, ovvero una serie di ristori per attutire i disagi che i lavoratori, pur mantenendo un impiego a tempo indeterminato, inevitabilmente subiranno.

Tutti i dipendenti riceveranno un importo pari a 4.000€ lordi.

I colleghi in esubero, ad eccezione di chi accede alle prestazioni straordinarie del Fondo di Solidarietà e di coloro che erano coperti da garanzia, riceveranno un incentivo di anticipata cessazione variabile a seconda di inquadramenti e anzianità.

I lavoratori che accederanno alle prestazioni emergenziali del Fondo di Solidarietà riceveranno, in aggiunta, un’ulteriore somma a titolo di integrazione dell’assegno emergenziale.

È stato un traguardo molto combattuto, ma grazie a 4 mesi di trattativa e grande lavoro sindacale l’azienda – dopo una lunga resistenza – ha finalmente acconsentito a tali riconoscimenti.

Tito Baresani, RSA First Cisl di RBC, sottolinea come “è stata davvero dura, non avevo mai assistito alla chiusura di un’azienda e non avevo mai partecipato a trattative in tal senso. Psicologicamente è stato molto provante: per ottenere una serie di migliorie rispetto all’accordo iniziale di agosto abbiamo dovuto esercitare parecchia pressione al tavolo con l’azienda e altrettanta tensione, per una serie di motivi, era palpabile durante le riunioni intersindacali. A tutto ciò va aggiunta la preoccupazione, che posso tranquillamente definire terrore, dei colleghi impattati che per mesi ci hanno chiesto rassicurazioni e aggiornamenti circa la trattativa in atto. RBC è sempre stata un’azienda particolare e sindacalmente molto difficile da gestire dal momento che i colleghi provengono da una serie di diverse realtà e storicamente solo una parte dei lavoratori era coperta dalla garanzia, gli ex UBI. Fortunatamente – conclude Baresani – gli accordi che abbiamo concluso hanno del miracoloso, nessuno resterà senza un impiego e tutti riceveranno dei discreti ristori. Spero di non dover mai più chiudere una banca ma devo ammettere, in tutta onestà, che è un’esperienza sul campo che mi ha fatto molto crescere professionalmente e umanamente”.

“La chiusura di un’azienda – evidenzia Maddalena Acquaviti, segretaria territoriale First Cisl Milano Metropoli con delega su RBC – per il sindacato è sempre un’esperienza molto dolorosa perché sappiamo quanto la perdita di un lavoro, soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, comporti grande sofferenza per i lavoratori coinvolti e per le loro famiglie. Essere riusciti a garantire una nuova occupazione a tutti, tramite il lavoro congiunto svolto sul tavolo di RBC ma anche su quelli di Banca Intesa e State Street che assumeranno le persone rilasciate da RBC, è motivo di grande soddisfazione per First Cisl. Era questo il primo obiettivo, e il più importante, che ci eravamo dati nell’affrontare questa trattativa ma avevamo anche un altro obiettivo: veder riconosciuto a tutti i lavoratori una forma di ristoro per tutti i disagi che stanno affrontando e affronteranno nel futuro naturalmente tentando di calibrarli in base alle differenti situazioni. Dobbiamo riconoscere che, se anche questo obbiettivo è stato raggiunto, il merito è stato sicuramente della nostra tenacia. First Cisl ha sempre tenuto il punto anche nei momenti più tesi in cui l’azienda aveva dichiarato di non voler assolutamente dare seguito a questa richiesta. Portiamo a casa un ottimo risultato di cui siamo orgogliosi ma che ci rende soprattutto felici e ottimisti per il futuro dei lavoratori coinvolti.”