Correva l’anno 1629 quasi 1630 quando la peste colpì Milano portata probabilmente dai Lanzichenecchi. Quella storia ci è stata raccontata mirabilmente da Alessandro Manzoni nella sua opera più nota, “I Promessi Sposi”. Tutti la conosciamo, tutti l’abbiamo studiata a scuola. Ci sono diventati familiari termini come monatti e untori. Il Lazzaretto è diventato qualcosa in più un luogo fisico.
Quando eravamo studenti il racconto di quell’epidemia, delle vicende umane ad essa legate ci sono sembrate lontanissime se non nello spazio almeno nel tempo. La storia di Cecilia ci ha commossi ma allo stesso tempo abbiamo sempre pensato “a noi non succederà”. E di sicuro la Milano del 1630 non era quella di oggi sia per motivi socioeconomici che sanitari ma la natura umana, quella, non è mai mutata in questi quattro secoli. E allora come ora spesso “il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune”.
Se rileggessimo oggi il romanzo, alla luce di quello che ci sta accadendo in questi giorni, forse lo troveremmo diverso da come ci pareva allora. E così per i nostri figli che lo stanno studiando o lo studieranno non sarà più il racconto distante che ci appariva a scuola. Loro, leggendolo, ci ritroveranno qualcosa che appartiene alle loro vite di oggi. E magari lo rileggeremo davvero anche noi quando tutto questo sarà passato come potremmo leggere altri capolavori della letteratura quali “La peste” di Camus o “Cecità” di Saramago e trovare quelle parole che solo i grandi scrittori sanno trovare per esprimere quello che sentiamo e viviamo in questa fase storica.
Ma, se Renzo e Lucia con le loro vicende appartengono ad un tempo lontano, non è così per i luoghi di quella storia. La terra era la nostra Lombardia e “quel ramo del lago di Como” allora come ora dista meno di 70 km da Milano.
La stessa sede della CISL e della FIRST CISL di Milano sorgono in quella che allora era la zona del Lazzaretto di cui oggi resta solo la chiesetta in prossimità dell’omonima via poco distante da Via Tadino, 19.
Molte delle vie nei dintorni sono legate a quella vicenda. Molti non sanno che lo stesso Alessandro Tadino è stato un medico incaricato nella sanità pubblica a gestire l’epidemia analogamente a Ludovico Settala, anche lui citato nel romanzo. Felice Casati è stato un monaco che diresse a quei tempi il Lazzaretto alla cui costruzione contribuì l’architetto Lazzaro Palazzi a cui è dedicata qualche via più in là.
Quando torneremo a frequentare quelle strade, probabilmente le troveremo diverse e diverse sicuramente un po’ lo saranno.
In questo fine settimana c’è stato un proliferare di ordinanze e decreti che trovate qui:
– Il DPCM del 22 Marzo
http://www.governo.it/it/articolo/coronavirus-firmato-il-dpcm-22-marzo-2020/14363
– Ordinanza del Ministero della Salute del 22 Marzo:
– Le ordinanze della Regione Lombardia:
CGIL, CISL e UIL avevano chiesto a Conte di chiudere tutte le attività produttive ma si sono dichiarate insoddisfatte delle decisioni prese dalla Presidenza del Consiglio dei ministri:
Le Segreterie nazionali di categoria hanno richiesto misure più stringenti tra cui la chiusura delle filiali per 15 giorni.
Tutte le comunicazioni sono qui: https://www.firstcisl.it/coronavirus/coronavirus-i-comunicati-dei-segretari-generali-e-delle-segreterie-nazionali/
Le parole del Segretario generale FIRST: https://www.firstcisl.it/2020/03/colombani-il-governo-sbaglia-le-agenzie-delle-banche-vanno-chiuse-al-pubblico/
Le Segreterie confederali, inoltre, hanno promosso una campagna di solidarietà i cui dettagli sono qui e a cui ha aderito anche la FIRST nazionale con 20.000€:
– https://www.cisl.it/primo-piano/15552-coronavirus-2.html
I dati del 22 marzo, seppur ancora allarmanti, indicano un rallentamento dell’incremento che speriamo venga confermato. I nuovi contagi nell’area di Milano, inferiori a quelli del giorno prima, ci infondono un cauto ottimismo.
In attesa di quelli odierni, vi ricordiamo che i nostri report quotidiani sono qui: https://www.firstcisl.it/milanometropoli/
La Comunicazione FIRST CISL di Milano metropoli