Human Rights Due Diligence

Lo scorso 23 e 24 ottobre si è tenuto a Torremolinos (Spagna) il quinto Congresso mondiale di UNI Finance, il settore finanziario (credito, assicurazioni, etc.) di UNI Global Union – il “sindacato” mondiale che rappresenta oltre 20 milioni di lavoratori in tutto il mondo.

Ai lavori, a cui ha partecipato una delegazione di First Cisl Milano Metropoli, è intervenuta anche Claudia Saller, coordinatrice di ECCJ – European Coalition of Corporate Justice.

ECCJ è un’organizzazione, con sede a Bruxelles, nata nel 2006 con il fine di promuovere norme europee in grado di responsabilizzare le imprese verso i loro impatti ambientali e sociali, garantire la piena trasparenza sulle loro attività industriali e commerciali e garantire l’accesso alla giustizia da parte delle vittime di pratiche aziendali non rispettose dei diritti umani. Raduna campagne e piattaforme nazionali di Ong, sindacati, associazioni di consumatori, istituti di ricerca e università, che rappresentano in totale 250 enti da 15 paesi, tra cui Mani Tese, al momento unico membro italiano. Uno dei suoi obiettivi principali è quello di promuovere una normativa UE (direttiva o regolamento) che inserisca la “due diligence” (Human Rights Due Diligence HRDD) obbligatoria su diritti umani e ambiente sull’esempio della legge francese sul “dovere di vigilanza”.

A margine dell’evento abbiamo incontrato Claudia Saller, alla quale abbiamo chiesto di approfondire ulteriormente il tema, sviluppato nel suo intervento, relativo alla “Human Rights Due Diligence”.

Le Compagnie – in sintesi le parole della Saller – hanno la responsabilità di rispettare i diritti umani e la Due Diligence sui Diritti Umani è ora ampiamente riconosciuta come un metodo efficiente per realizzare questi principi. I Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani (UNGP) hanno sancito l’HRDD come principio operativo per mettere in pratica la responsabilità delle aziende di rispettare i diritti umani. Il concetto di due diligence è anche un noto strumento di gestione del rischio per le imprese e le istituzioni finanziarie. In effetti, la due diligence è stata riconosciuta come una serie di utili passi pratici per affrontare i diritti umani e gli impatti ambientali delle aziende e promuovere comportamenti aziendali responsabili, molto prima dell’adozione degli UNGP. HRDD è stato anche incluso in standard internazionali come le Linee Guida OCSE, il Global Compact, la Global Reporting Initiative, ecc. Sebbene l’HRDD in quanto tale non sia attualmente un obbligo legale per le aziende, la dovuta diligenza o alcuni dei suoi elementi (rendicontazione, valutazione degli impatti, ecc.) sono già integrati nei quadri giuridici nazionali e internazionali. I governi fanno uso della dovuta diligenza quando chiedono alle aziende di conformarsi ai principi giuridici già stabiliti in settori analoghi o direttamente pertinenti ai diritti umani, come i diritti del lavoro, la tutela dell’ambiente e dei consumatori o la lotta alla corruzione. Alcuni Stati fanno un ulteriore passo in avanti incorporando direttamente la dovuta diligenza in materia di diritti umani. Un esempio è il disegno di legge francese devoir du vigilance (dovuto alla legge di vigilanza), recentemente adottato dall’Assemblea nazionale francese. La legge obbligherà le aziende a progettare e mettere in atto un “piano di vigilanza” per prevenire gli impatti negativi sui diritti umani delle loro attività, sia in patria che all’estero.

Segreteria First Cisl Milano Metropoli