Week 35 – Jobs acts: indennizzi più elevati e meno ragionieristici

“È positivo che l’indennizzo per licenziamento illegittimo sia stabilito dal giudice in base alla situazione e non più con criteri ragionieristici”. Lo ha dichiarato il Segretario Generale aggiunto della CISL Luigi Sbarra. “La CISL fin dalla presentazione del decreto sulle tutele crescenti aveva chiesto che gli indennizzi fossero più flessibili e più elevati. Infatti il criterio di due mensilità per ogni anno di servizio, per giunta con un limite massimo piuttosto basso, è un criterio meramente ragionieristico che non solo non compensa adeguatamente il lavoratore licenziato ingiustamente, ma mette tutte le situazioni sullo stesso piano, sia che a licenziare sia una piccola – media azienda, sia che si tratti di una multinazionale. Ora, con la sentenza della Corte Costituzionale, si torna ai criteri precedenti al Jobs Act, che danno maggiore discrezionalità al giudice, il quale potrà tornare a stabilire l’indennizzo tenendo conto della dimensione dell’azienda, del   numero dei dipendenti occupati, del comportamento e delle condizioni delle parti. Questo, insieme all’innalzamento degli importi minimo e massimo dell’indennizzo, deciso con il recente decreto dignità, rappresenta un netto miglioramento delle tutele dei lavoratori licenziati e spiana la strada ad un intervento dei contratti collettiviche potrebbero utilmente intervenire nei loro codici disciplinari per declinare le fasce degli importi degli indennizzi, a cui i giudici del lavoro potrebbero utilmente attingere”.

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