Report sul credito alla Spezia: nel 2022 persi ulteriori 42 posti di lavoro, calati del 30% negli ultimi 15 anni.

REPORT SUL CREDITO ALLA SPEZIA

Nel 2022 si sono persi ulteriori 42 posti di lavoro tra i bancari, calati del 30% negli ultimi 15 anni. Tiene il numero degli sportelli, con diverse novità in provincia.

Ad ottobre dello scorso anno First Cisl ha inaugurato un Osservatorio sulla desertificazione bancaria (https://www.firstcisl.it/osservatorio-desertificazione- bancaria/) per mappare e seguire l’evoluzione di un fenomeno che, da tempo, presenta i tratti dell’allarme sociale.

In Italia c’è un’area vasta quanto i territori di Lombardia, Veneto e Piemonte messi assieme totalmente sprovvista di sportelli bancari. Per milioni di nostri concittadini – si pensi agli anziani – significa dover sopportare pesanti disagi per accedere a servizi necessari alla loro vita quotidiana. E negli ultimi anni il problema si è perfino aggravato, senza che il ricorso sempre più spinto al digitale riuscisse a tamponare le falle apertesi nel frattempo.

Non sono infatti solo le persone a subire le conseguenze dell’abbandono dei territori da parte delle banche. Anche per molte piccole imprese la chiusura delle filiali rappresenta un problema rilevante. Un problema che si riassume semplicemente con due parole: meno credito. La finalità dell’Osservatorio è quindi quella di sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica sulle conseguenze che la desertificazione bancaria comporta per lo sviluppo del Paese e la tenuta del suo tessuto sociale.

First Cisl Liguria monitora questo fenomeno attraverso il proprio Osservatorio sul Credito attivo sulla zona della Spezia da oltre 25 anni. L’annuale monitoraggio del comparto finanziario spezzino fa emergere, nel 2022, una ulteriore significativa riduzione di ben 42 dipendenti bancari (diminuzione record, al pari di quanto avvenuto nel 2013) ed una tenuta degli sportelli bancari che si confermano 95 in provincia.

Succursali bancarie

Nel 2022 in Liguria il numero complessivo degli sportelli si è ridotto di 13 unità, passando da 600 a 587. Questa decrescita non ha impattato però la provincia spezzina dove le filiali bancarie sono rimaste complessivamente 95, al pari del 2021, poiché a fronte della chiusura dello sportello di Intesa Sanpaolo interno alla base NATO di viale San Bartolomeo alla Spezia, si è registrata l’inaugurazione della prima filiale del Gruppo Banca Sella in centro città, nei pressi di piazza Verdi.

Il principale istituto bancario italiano ha deciso di chiudere i battenti della storica filiale del Centro Saclant Asw Research, la base NATO spezzina, dove per decine di anni è stato presente internamente uno sportello con l’insegna che è cambiata a più riprese nel corso del tempo (Banco Napoli, Comit, Banco San Giorgio, UBI…). L’ultima, rimasta affissa sino al 17 giugno 2022, è stata quella di Intesa Sanpaolo che si conferma la seconda realtà creditizia della provincia per numero di dipendenti, ma con sole 5 filiali.

La presenza di sportelli bancari interni a grandi aziende, siti industriali, basi militari è una realtà che appartiene ormai al passato ma che nella provincia spezzina è rappresentata ancora dalle filiali Crédit Agricole (ex Carispezia) dell’OTO Melara (ora Leonardo) e del Mercato ortofrutticolo di Sarzana (quest’ultima però accessibile anche da clienti esterni).

Solo fino a pochi anni fa erano invece molte le realtà che potevano vantare la presenza di uno sportello interno: l’Arsenale militare, il Dipartimento militare marittimo “Maridipart”, l’Ospedale Civile S. Andrea, la raffineria IP, gli stabilimento della Termomeccanica e di Fincantieri e la Stazione elicotteri della Marina Militare “Maristaeli” di Sarzana.

La costante riduzione della forza lavoro in molti di questi siti sommata alla digitalizzazione spinta delle banche che permettono ai clienti di effettuare ormai la quasi totalità dell’operatività in autonomia, hanno causato negli ultimi 10 anni la chiusura di tutte queste storiche realtà. Chissà ancora per quanto tempo i dipendenti di Leonardo e MBDA e le aziende operanti presso il Mercato ortofrutticolo di Sarzana, potranno ancora beneficiare dei servizi delle “loro” filiali…

Ha invece fatto il suo ingresso per la prima volta nella provincia spezzina la filiale di Banca Patrimoni Sella e C., azienda del Gruppo che fa capo alla storica banca privata con sede a Biella, specializzata nella gestione ed amministrazione della clientela privata ed istituzionale, presente da maggio 2022 in via dei Colli alla Spezia.

Tuttavia il 2022 sarà ricordato soprattutto per la definitiva scomparsa della principale banca ligure ed una delle più antiche al mondo, la Cassa di Risparmio di Genova, fondata nel 1846 come “evoluzione” del Monte di Pietà di Genova, istituito a sua volta nel 1483. Carige dopo anni tribolati a causa di amministrazioni scellerate è stata dapprima salvata dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e ha cessato definitivamente le sue attività venendo incorporata da Banca Popolare dell’Emilia Romagna il 28 novembre scorso. BPER, che fino al 2021 era presente in provincia della Spezia solo con le due ex filiali di Unipol Banca e con il Banco di Sardegna del Centro Kennedy (azienda del Gruppo BPER), è diventata così la terza banca per numero di dipendenti (67) e la seconda per sportelli (13).

Nell’ambito del processo di acquisizione di Carige da parte di BPER rientra l’operazione che ha portato, per motivi di antitrust, alla cessione di 48 sportelli dal Gruppo emiliano a Banco Desio, il 20 febbraio 2023. L’istituto brianzolo ha fatto così comparsa per la prima volta nel territorio spezzino, diventandone già la quarta banca per numero di sportelli (6) avendo apposto la propria insegna sulle ex filiali di Carige di Sarzana, Levanto, Brugnato, Riomaggiore e di corso Cavour alla Spezia. In città è passata a Banco Desio, nell’ambito della medesima operazione, anche l’unica filiale del Banco di Sardegna che aveva aperto in piazzale Kennedy nel 2008.

Si confermano quindi 95 le filiali bancarie che rappresentano oggi l’intera realtà creditizia spezzina ma se si considera che tra queste succursali attualmente autorizzate da Banca d’Italia ad operare in provincia una dozzina di fatto non sono contabilmente autonome, bensì agiscono come semplici “satelliti” della filiale a cuifanno riferimento, otto non operano ad attività piena, ma si limitano al business in cui sono specializzate (crediti personali, private, corporate, etc) e che uno sportello, pur avendo mantenuto le autorizzazioni di Bankitalia e risultando nei suoi archivi pubblici, è in realtà chiuso dal 2019 (la filiale di Romito di Crédit Agricole Italia), la bancarizzazione effettiva del territorio risulta ben più ridotta.

Dipendenti bancari ed esattoriali

I lavoratori dipendenti delle aziende bancarie in provincia sono diminuiti in un anno di ben 42 unità, scendendo da 786 a 744.
Allargando poi, come di consueto, il monitoraggio al settore contrattualmente affine della Riscossione Tributi, non si sono registrate variazioni di organico all’interno dell’unico concessionario rimasto in provincia appartenente a quell’area contrattuale, l’Agenzia delle entrate-Riscossione, che conferma i 27 occupati dell’annoprecedente, numero che però sarà destinato inesorabilmente a scendere se, come sta accadendo ormai da oltre 10 anni, l’azienda non darà corso ad un piano di nuove assunzioni.

Il numero globale dei lavoratori del settore “finanziario” è sceso pertanto a 771, dato che a fine 2013 risultava essere superiore alla simbolica soglia delle 1000 unità. Prendendo in esame un arco temporale più ampio notiamo come, negli ultimi 25 anni, il settore abbia perso oltre 500 occupati.

Esaminando i dati disaggregati per singole aziende, possiamo osservare una riduzione di personale in quasi tutte le banche, anche a causa di piani di prepensionamento dei dipendenti attuate in quasi tutte queste realtà.
Come ci ha ormai abituato è Crédit Agricole ad aggiudicarsi il primo posto per la maggior contrazione di personale in provincia con 17 dipendenti in meno rispetto all’anno precedente, seguita da Monte Paschi (-11), Intesa Sanpaolo (-4) e Banco BPM (-3). Infine Deutsche Bank e Popolare Sondrio nel corso del 2022 hanno ridotto il personale di una unità ciascuna.

Dal confronto della somma degli attuali organici di BPER e Banco Desio risulta un delta negativo di 10 unità rispetto alla somma dei dipendenti di Carige, Banco di Sardegna e appunto BPER presenti in provincia a fine 2021, a causa principalmente del trasferimento di diversi lavoratori su Carrara, diventata la sede della locale Direzione territoriale della banca emiliana.

Solo Credem ha fatto registrare un timido +1 nel corso dello scorso anno, mentre in tutte le altre banche (Unicredit, BNL, BCC, Passadore e Che banca!) non si sono verificate variazioni.
Così come avviene purtroppo da diversi anni, è Crédit Agricole Italia ad avere l’impatto maggiore sul calo dei bancari in provincia nel corso del 2022, in particolare tra gli occupati negli uffici della ex Direzione Generale della Cassa di Risparmio della Spezia di Palazzo Biassa, già drasticamente calati e destinati inevitabilmente ad “estinguersi” nel giro di pochi anni alla luce della totale mancanza di turn-over.

L’istituto transalpino resta però indiscutibilmente la principale realtà creditizia del territorio sia per filiali che per dipendenti (sono il 50% dei bancari in provincia) anche se, rispetto alla fotografia di inizio 2019, ovvero prima della incorporazione della ex Cassa di Risparmio, il numero di occupati è già sceso di ben 82 unità.

Bancarizzazione della provincia

La provincia della Spezia, composta da 32 comuni e 215.117 residenti (ISTAT gen. 2022), nonostante le oltre 40 filiali chiuse negli ultimi 10 anni, presenta ancora dei dati superiori alla media nazionale. Il numero di sportelli per 1000 abitanti è infatti di 0,44 contro lo 0,37 a livello nazionale (e lo 0,39 a livello di regione Liguria).

Anche il dato relativo ai comuni totalmente sprovvisti di filiali bancarie risulta meno drammatico nella provincia spezzina rispetto allo scenario italiano: 25% contro 40%. Si confermano infatti 8 i paesi dove non è presente alcuno sportello, di cui ben 7 facenti parte della vasta e complessa zona della Val di Vara: Calice al Cornoviglio, Carro, Carrodano, Maissana, Pignone, Rocchetta Vara e Zignago, ai quali si aggiunge il borgo rivierasco di Framura. Circa 5000 cittadini, per lo più anziani, costretti a spostarsi su altri territori comunali per avere accesso a servizi bancari.

Sette sono invece i comuni a rischio “desertificazione bancaria” dove è presente un solo sportello. Tra questi c’è Castelnuovo Magra che detiene un duplice record negativo: è il comune più popoloso tra quelli liguri dove è presente una sola filiale bancaria e l’ultimo della provincia spezzina per rapporto sportelli/residenti, solo 0,12 per 1000 abitanti. Con un indice monstre di 2,64 sportelli per 1000 abitanti è invece la perla delle Cinque Terre, Vernazza, a confermarsi primatista di questa classifica, seguita da Brugnato (1,56) e Riomaggiore (1,48).

Il comune con la più alta presenza di banche e bancari è ovviamente il capoluogo, Spezia, con 30 filiali e 459 lavoratori, seguita da Sarzana (10, 84) e Lerici (5, 21).

Scenario futuro

Nonostante che il settore del credito sia interessato da anni da processi di accorpamenti e fusioni che hanno portato ad una significativa riduzione degli Istituti italiani, il risiko bancario non sembra ancora terminato. Archiviata definitivamente la “pratica Carige”, è la banca più antica del mondo, MPS, a tenere banco anche in queste ultime settimane. Nel 2022 la Monte Paschi ha realizzato un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro e attuato probabilmente la più corposa operazione di prepensionamenti della storia del settore: un maxi esodo di 4125 dipendenti usciti in contemporanea il 1° dicembre 2022 (che ha avuto i suoi impatti anche sulle filialispezzine). Il MEF, primo azionista dell’Istituto senese, sembra aver riaperto il dossier della privatizzazione della banca e diversi sono i nomi dei possibili acquirenti riportati dai siti specializzati in questo periodo, tra cui risulta anche quello del Banco BPM.

Proprio la banca milanese nel corso del 2022 ha stretto sempre di più i rapporti con i francesi del Crédit Agricole che ne sono diventati primi azionisti con l’acquisizione di circa il 9,2% delle quote e coi quali il Banco ha raggiunto un importante accordo commerciale di lungo termine per quel che riguarda i prodotti assicurativi.

Il 2023 si appresta ad essere un anno molto importante per i lavoratori del settore per via della scadenza del CCNL ABI. Le aspettative dei bancari e dei Sindacati sono molto alte, in particolare per quanto riguarda le rivendicazioni salariali oltre che su altri aspetti normativi, ma le premesse non sembrano essere rassicuranti. Ha fatto scalpore infatti in questi giorni l’improvvisa decisione di Intesa Sanpaolo, la prima banca italiana, di revocare la delega ad essere rappresentata sindacalmente da ABI, sebbene ne continui ancora a far parte. Una inaspettata mossa che non agevolerà i lavori delle delegazioni sindacali che si troveranno nell’inedito scenario di negoziare con due controparti.

Quello che sembra inarrestabile è il trend della riduzione delle filiali fisiche e del personale bancario. Quasi tutti i principali Gruppi bancari hanno infatti presentato piani industriali che comprendono chiusure di sportelli e fondi esuberi per il personale. Tra questi c’è Crédit Agricole, la banca maggiormente radicata nella provincia spezzina, che ha appena presentato un piano di ottimizzazione territoriale (leggasi chiusure) ed ha programmato nel corso del 2023 due finestre di esodi.

La Spezia, 20 marzo 2023