Cassa Centrale Banca rinuncia all’acquisizione di Banca Carige; si riapre così la partita per l’istituto bancario ligure. Sul tema interviene il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, con una lettera pubblicata su la Repubblica che titola “Soluzione di sistema per il futuro di Carige”:
«L’uscita di Cassa Centrale Banca dal dossier Carige desta stupore per l’ampio anticipo della decisione, per lo sconto previsto nei contratti di opzione, per l’acquisto delle azioni detenute dal Fitd – Fondo interbancario di tutela dei depositi e per la relazione finanziaria che lega, e presumibilmente continuerà a legare, Ccb a Banca Carige».
«Ccb è azionista di Carige – rimarca Colombani – e detiene un’obbligazione subordinata emessa dalla banca con sede a Genova per 100 milioni di euro, con un tasso fisso previsto dell’8,50 per cento, che ha quindi fruttato lauti interessi ai sottoscrittori facenti parte del gruppo cooperativo, a meno che non si siano realizzate cessioni dal dicembre 2019 ad oggi. Ciò non di meno l’esercizio dei contratti di opzione, e il conseguente trasferimento dell’80 per cento del capitale di Carige, sarebbe avvenuto applicando uno sconto di ben 300 milioni di euro».
Il leader dei bancari della Cisl evidenzia ancora, sull’edizione di Genova de la Repubblica, che «Carige oggi ha un portafoglio crediti di indubbia qualità: il peso dei crediti deteriorati è più basso di quello di sistema e l’80 per cento dei crediti in bonis è assistito da garanzie. Insomma, i rischi degli attivi sono più bassi della media del sistema bancario. Ciò grazie alla buona amministrazione della banca, resa possibile dall’instancabile apporto delle lavoratrici e dei lavoratori che, in questo periodo drammatico, hanno portato a termine pratiche relative a finanziamenti garantiti dallo Stato, finalizzati a fronteggiare la pandemia, in favore di 34mila imprese per ben 2,4 miliardi di euro, pari al 32 per cento delle erogazioni del sistema bancario in Liguria».
«Carige – prosegue Riccardo Colombani – ha sicuramente bisogno di aumentare i ricavi, visto che istituti comparabili per dimensioni degli attivi hanno ricavi ben più alti. Probabilmente, si rende necessaria una diversa composizione dei prestiti e un aumento degli stessi, cosa possibile grazie ad una dotazione patrimoniale superiore ai requisiti regolamentari. Insomma la banca deve continuare a percorrere con decisione il sentiero intrapreso: deve sostenere piccole e medie imprese ed assistere le famiglie. C’è bisogno di investitori di lungo periodo che subentrino nel capitale perché intenzionati a fare finanza per le imprese e assistenza alle famiglie e non finanza per la finanza, ossia fine a se stessa. Il sistema bancario italiano ha al suo interno attori in grado di recitare il ruolo dell’investitore paziente, di guardare al futuro senza subire l’ossessione dei risultati a breve, di ripristinare attorno a Carige il clima di fiducia che serve per uscire da questa impasse».
«L’economia di una regione come la Liguria – conclude il segretario generale di First Cisl – ha bisogno di una banca in salute, che continui ad assicurare alle famiglie i servizi di cui hanno bisogno e alle imprese, soprattutto a quelle piccole e medie, il credito necessario a fronteggiare una crisi durissima. È fondamentale che la ricerca da parte del Fitd di un’alternativa a Ccb sia orientata a questi obiettivi. Sia per la sua storia, sia per la sua importanza Banca Carige merita di essere rilanciata».