Il 21 settembre il mondo celebra la Giornata internazionale della pace, istituita dalle Nazioni unite nel 1981 con l’obiettivo di promuovere il dialogo, la cooperazione e la fine delle ostilità. È una data che ci invita a riflettere sul significato autentico della parola “pace” e su quanto resti ancora da fare per renderla una realtà condivisa.
Eppure, osservando il panorama globale, la distanza tra l’ideale e la realtà appare dolorosamente evidente. Secondo i dati di Acled, dall’inizio del 2024 una persona su otto nel mondo è stata esposta direttamente o indirettamente a situazioni di conflitto.
La pace ridotta al silenzio imposto dalla forza non è vera pace: è assenza di vita, è un deserto. La pace autentica, invece, si nutre di dialogo, ascolto e rispetto reciproco.
La Segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, ha recentemente ribadito come la pace non sia un’astrazione, ma un dovere concreto che interpella tutti. A partire dalle tragedie più recenti, come quelle che colpiscono la popolazione civile nella Striscia di Gaza.
Da qui la necessità di azioni tangibili: aprire corridoi umanitari sicuri, garantire la consegna di aiuti senza ostacoli, ottenere un cessate il fuoco immediato.
L’impegno della Cisl non si ferma alle dichiarazioni: la raccolta fondi promossa dalla Confederazione nasce dalla volontà di tradurre in pratica i valori di giustizia e solidarietà, schierandosi dalla parte della vita, della dignità e della speranza.
Il conflitto in Ucraina continua a ricordarci che la guerra non è un ricordo del passato, ma una realtà del presente, e il voto favorevole dell’Italia alla risoluzione Ono che condanna senza riserve l’aggressione russa assume un valore politico e morale rilevante. Non è solo un atto diplomatico: è la riaffermazione di un principio universale, secondo cui nessuna giustificazione può rendere accettabile l’invasione di uno Stato sovrano.
Non esiste pace senza la partecipazione attiva di ciascuno. Occorre educare alla pace, a partire dalle scuole, dalle famiglie, dalle comunità locali. La pace è fatta di gesti concreti: accogliere chi fugge da guerre e persecuzioni, sostenere chi ha perso tutto, creare reti di solidarietà che contrastino odio e divisioni.
Celebrare la Giornata internazionale della pace significa rifiutare l’idea che la pace coincida solo con il silenzio delle armi e rilanciare la fiducia nella forza della parola, dell’ascolto e della diplomazia. Solo scegliendo il dialogo al posto delle armi possiamo sperare in un futuro diverso.
La pace è un processo che non si compie mai del tutto, ma che va rinnovato ogni giorno, con coraggio e perseveranza. Come comunità, come sindacati, come società civile, come individui, abbiamo il compito di non arrenderci al deserto della violenza, ma di seminare continuamente dialogo e giustizia. Perché la pace non è solo assenza di guerra, ma presenza di umanità.
È attiva la sottoscrizione nazionale della Cisl per sostenere, attraverso la Croce Rossa, gli interventi umanitari a favore delle donne, degli uomini e dei bambini di Gaza.