Riportiamo il comunicato di First Cisl, Fisac Cgil e Uilca:
Perché alle volte occorre dire “No”
Dichiarazione delle Organizzazioni sindacali confederali sulla situazione in Abilio Spa – Gruppo Illimity
Premettiamo che dire “NO” a un accordo sindacale che si è cercato di costruire in tutti i modi, per oltre un mese, è una sconfitta per tutti: anche per quelle Organizzazioni sindacali che hanno detto SÌ, oltre che per noi e per l’azienda.
A volte però, occorre fermarsi a ragionare, valutare tutti i pro e i contro, immaginarsi al posto di ciascuno di voi e al posto dell’azienda e, alla fine, tirare le somme.
Questa somma, che abbiamo fatto e rifatto più volte, fino allo sfinimento, ha dato un risultato algebrico negativo – e non di poco – e quindi, con rammarico, abbiamo dovuto posare la penna e dire: “NO, noi questo accordo non lo possiamo firmare!”
Vi spieghiamo in poche parole le ragioni del NO:
- Non ci ha mai convinto il piano di rilancio aziendale, né nei numeri, ma soprattutto nei contenuti.
- Non ci è piaciuto il tono intimidatorio da parte dell’azienda, che ogni dieci minuti ci ricordava che non firmare la loro proposta poteva portare alla liquidazione. Se vuoi davvero trattare, non fai minacce. Facciamo sindacato da anni e sappiamo bene cosa significa negoziare sulla pelle dei lavoratori in un’azienda in crisi.
- Abbiamo avanzato una controproposta, utilizzando tutti gli strumenti previsti dal Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) per ridurre gli effetti della crisi, coinvolgendo l’intera platea dei lavoratori. L’azienda ha risposto che non era percorribile, poiché non funzionale all’attività aziendale.
- Ci ha profondamente colpito l’affermazione secondo cui alcune decine di persone sarebbero “inutili” e quindi sacrificabili per il bene dell’impresa. Per noi non esistono lavoratori inutili: se li hai assunti, dovevi avere un progetto. Per le Organizzazioni sindacali confederali, i lavoratori vengono prima di ogni altra logica: sono persone, famiglie, vite. Non numeri.
- Gli esuberi sono improvvisamente spariti dal tavolo, pur restando necessario recuperare diversi milioni di euro. Come? Le risposte sono state, a voler essere generosi, confuse. Temiamo che l’obiettivo sia far sapere in modo informale a qualcuno che è “inutile”, affinché chieda spontaneamente di andarsene in cambio di un incentivo (peraltro modesto). Questo modo di procedere non è accettabile e non trova riscontro in nessun’altra esperienza di crisi aziendale che abbiamo seguito.
- Si poteva fare altro? Sì, assolutamente. Ad esempio, portare lo stato di crisi in Regione per aprire un tavolo istituzionale e utilizzare tutti gli strumenti previsti dal Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl). Ma l’azienda non ha mai mostrato la volontà di farlo.
Le Organizzazioni sindacali confederali restano comunque al vostro fianco, pronte a supportarvi per ogni esigenza. Non esitate a contattarci. Noi non lasciamo indietro nessuno.
First Cisl – Fisac Cgil – Uilca
Il comunicato di First Cisl, Fisac Cgil e Uilca