Credito al consumo, analisi First Cisl sulla stampa: cresce indebitamento famiglie con costi tra i più cari d’Europa. Colombani: recepire direttiva Ue su sovraindebitamento

L’Italia ai primi posti in Europa per credito al consumo in rapporto al totale dei prestiti, con tassi sensibilmente più alti della media dell’area euro. Mentre prosegue la corsa alla cessione del quinto i finanziamenti personali toccano 174 miliardi di euro. Queste le risultanze della periodica analisi condotta dalla Fondazione Fiba di First Cisl su dati Bankitalia e Bce.

Il report cislino ha avuto ampia copertura giornalistica. “Sale il credito al consumo, in Italia tassi fra i più alti eurozona. Colombani: recepire direttiva Ue su sovraindebitamento” è il titolo del lancio Ansa. Per AdnKronos: “Credito, First Cisl: prosegue crescita di quello a consumo. In II trimestre 5,25% su anno 3,67%”. Borsa Italiana rilancia una nota de Il Sole 24 Ore Radiocor e scrive “Credito consumo: Colombani, recepire Direttiva contro rischio sovra indebitamento. Ci sono fenomeni che destano preoccupazione”.

Tra i siti di informazione economico-finanziaria troviamo analoghe impostazioni. Per Qui Finanza “Tassi dei prestiti italiani più alti d’Europa, famiglie a rischio indebitamento. Nel 2025 il credito al consumo cresce del 5,25%, ma l’Italia resta tra i Paesi con i tassi più alti dell’eurozona. In arrivo nuove tutele per i clienti”. Anche il sito di Euroborsa sottolinea che, per il credito al consumo l’Italia è ai vertici europei per volumi e tassi. Per SimplyBiz “Credito al consumo, in Italia costi tra i più cari in europa anche nel II trimestre 2025. L’analisi di First Cisl”. “Credito al consumo: boom in Italia, costi elevati e rischi” scrive City Notizie.

Vari rilanci del report di First Cisl anche nei quotidiani locali. A titolo di esempio, L’Arena, Il Giornale di Vicenza, la Gazzetta di Mantova e La Mescolanza titolano “Sale il credito al consumo, in Italia tassi fra più alti in eurozona”.

Tutte le testate rimarcano come prosegua “la crescita del credito al consumo. Nel secondo trimestre dell’anno il volume dei finanziamenti è aumentato dell’1,7% rispetto al primo, mentre su base annua l’incremento è stato del 5,25%, passando da 165,28 a 173,9 miliardi di euro. Si consolida inoltre la ripresa dei prestiti complessivi erogati alle famiglie (+ 2,3% sullo stesso periodo del 2024)”.

“L’Italia si conferma ai primi posti in Europa per i costi che i consumatori sono chiamati a sopportare sui finanziamenti personali: una tendenza, questa, che trova conferma anche nel secondo trimestre del 2025. A rilevarlo è la Fondazione Fiba di First Cisl nella sua analisi periodica condotta su dati Bankitalia e Bce. Ad agosto il Taeg sulle nuove operazioni ha ripreso a correre e si è attestato al 10,29%, dato che resta significativamente più elevato sia rispetto alla media dell’area euro (8,25%) che a quello di Francia (6,24%) e Germania (8,35%)”.

“Proseguendo nel confronto europeo, il nostro Paese svetta anche per quanto riguarda la quota destinata al credito al consumo sul totale dei prestiti richiesti, ferma ad agosto al 19,1%. Marcato il divario rispetto all’11,2% della media dell’area euro. Ancor più lontane, in questa classifica, restano Germania e Francia, che si fermano rispettivamente al 9,7% e al 12,8%”.

“Tra le regioni, il secondo trimestre del 2025 fa segnare gli aumenti più significativi dell’ammontare dei finanziamenti in Trentino Alto Adige (+ 2,06%), Lombardia (+ 2,01%) ed Emilia Romagna (+ 1,93%), quello minore in Sardegna (+ 1,23%)”.

“Sul versante dei mutui, il dato di agosto segna un nuovo peggioramento delle condizioni di finanziamento, con il Taeg che passa dal 3,61% di luglio al 3,67%. Il caso italiano non è in controtendenza con l’andamento dell’area euro, dove si registra infatti un aumento (dal 3,57% di luglio al 3,62%). Anche in Germania il Taeg sulle nuove operazioni torna a salire (dal 3,72% al 3,76%), così come in Francia (dal 3,62% al 3,63%)”.

“Dall’analisi emerge inoltre che in Italia nel 2025 la rischiosità del credito, rappresentata dal tasso di deterioramento dei prestiti alle famiglie calcolato in relazione al numero degli affidati, ha ripreso a crescere, passando dallo 0,207% di marzo allo 0,224% di giugno. Guardando ai dati su base regionale, le difficoltà maggiori si registrano al Sud, con il picco in Sicilia (0,383%), seguita da Calabria (0,381%) e Molise (0,352%)”.

“Va segnalata inoltre la crescita continua del fenomeno della cessione del quinto dello stipendio, una forma di prestito che, quando correlato ai consumi, denota implicazioni sul terreno sociale che non possono non destare preoccupazione. Dal 2011 al giugno 2025 l’ammontare di questi prestiti è pressoché raddoppiato, passando da poco più di 10 a circa 18,5 miliardi. Su base annua, rispetto al giugno 2024, la crescita è stata dell’1,2%”.

Agli organi di stampa il Segretario generale nazionale First Cisl Riccardo Colombani evidenzia l’importanza di recepire la direttiva Ue sul credito al consumo per monitorare il rischio sovraindebitamento.

“Tassi elevati e volumi in continua crescita – dice il leader dei bancari della Cisl – sono ormai caratteristiche consolidate del credito al consumo in Italia. L’esplosione della cessione del quinto, che dal 2011 ha visto quasi raddoppiare gli importi erogati, ma anche la diffusione di forme alternative di finanziamento come il buy now pay later, completano un quadro che desta preoccupazione, come First Cisl sottolinea dall’inizio delle sue rilevazioni – sostiene il Segretario generale nazionale First Cisl Riccardo Colombani – In un Paese in cui secondo l’Ocse i salari reali, nonostante la ripresa dell’ultimo anno, sono 7,5 punti percentuali al di sotto del 2021, il ricorso sempre più frequente al credito al consumo, combinato a tassi tra i più alti a livello europeo, non esclude il rischio di sovraindebitamento, soprattutto per le famiglie a basso reddito, ed induce a pensare che queste ultime finanzino in tal modo la spesa corrente per mantenere il proprio stile di vita o per far fronte a situazioni di difficoltà. Del resto la quota del credito al consumo sul totale dei finanziamenti richiesti è per l’Italia significativamente più alta rispetto alla media Ue e a grandi Paesi come Francia e Germania, benché l’indebitamento complessivo delle nostre famiglie resti ben al di sotto della media Ue”.

“Per queste ragioni riveste particolare importanza il recepimento della direttiva Ue 2023/2025, previsto entro novembre, anche se la sua entrata in vigore non avverrà prima di un anno – prosegue Colombani – È auspicabile che in questo intervallo di tempo si dia attuazione a tutte le prescrizioni contenute dal testo, a cominciare dal debt advice, una rete di consulenza sul debito che avrà il compito di fornire ai consumatori in difficoltà servizi di assistenza legale, economica e psicologica. Al tempo stesso è necessario incentivare gli investimenti in processi strutturati di educazione finanziaria ed aumentare la trasparenza delle informazioni, in modo da rendere i cittadini consapevoli delle proprie scelte. Nei loro piani d’impresa – conclude – le banche italiane fissano per il credito al consumo obiettivi in forte espansione, mentre in parallelo i prestiti complessivi erogati alle imprese registrano valori in calo da anni”.

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