Assicurativi. Gruppo Unipol ancora una volta ignora gli appelli delle autorità e mette a rischio l’incolumità dei propri dipendenti

Dal sito First Cisl Gruppo Unipol, si riporta il comunicato delle Rappresentanze sindacali di First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia e Uilca Uil:

Unipol ancora una volta ignora gli appelli delle autorità e mette a rischio l’incolumità dei propri dipendenti

Da Palermo a Bologna, passando per Roma, le autorità diramano l’allerta rossa per le condizioni meteo seriamente avverse, chiudono le scuole, si evacuano intere vie, ma per Unipol la richiesta di una giornata di lavoro in smart working non può essere accolta: in quanto “lo smart working non è un istituto adottato quale modalità di organizzazione del lavoro né oggi disciplinato all’interno dell’azienda”, fatta eccezione quando è servito per risparmiare denaro durante le ristrutturazioni delle sedi, come a Torino e Milano.

Unipol si riempie la bocca di parole come sostenibilità e benessere dei dipendenti, ma nei fatti ignora persino gli appelli delle autorità in situazioni di emergenza.

Come organizzazioni sindacali riteniamo che l’organizzazione del lavoro dovrebbe essere flessibile davanti a gravi eventi naturali e che la salute e la sicurezza dei dipendenti sia prioritaria, così come la conciliazione dei tempi vita/lavoro.

Per tutti noi esiste un’organizzazione degli affetti e dei familiari fuori da Unipol. Figli, genitori o persone non autosufficienti a cui badare, che non possono essere abbandonati *dentro un quadro di emergenza* solo perché in Unipol sono crollati tutti i sistemi di valutazione della realtà e della gravità degli eventi, e l’organizzazione del lavoro rigida comanda su tutto.

Non è sufficiente e, anzi, risulta ormai insopportabile proclamare rispetto della persona, come nell’articolo 2 del Contratto integrativo aziendale, e attenzione alla sostenibilità, quando poi nei fatti si continuano ad ignorare ostinatamente i bisogni più elementari dei propri dipendenti e gli appelli delle autorità in situazioni di crisi, già vissute in passato.

Lo smart working è stato utilizzato per oltre 4 anni dai dipendenti di questo gruppo, fino a pochi mesi fa, e questo non ha impedito di raggiungere i migliori risultati di sempre, superando abbondantemente il miliardo negli ultimi due anni.

Ma oggi Unipol dimentica la sua storia e senza nessuna mediazione o motivazione oggettiva, legata a ragioni di produttività o altro, senza curarsi delle esigenze dei colleghi tutti e della loro sicurezza, con lo stesso cinismo ha di nuovo risposto che: “lo smart working non è un istituto adottato quale modalità di organizzazione del lavoro né oggi disciplinato all’interno dell’azienda”.

Per cui, se non volete rischiare la vita, se avete figli/e a casa o fiumi in piena da attraversare, non preoccupatevi, ci sono sempre gli altri istituti contrattuali, come ferie e permessi!

Il rispetto non si predica, si pratica!

Mamma Unipol si è trasformata in Medea.

le Rappresentanze sindacali del Gruppo Unipol
First Cisl   –   Fisac Cgil   –   Fna   –   Snfia   –   Uilca Uil

 

 P.s: questa la risposta originale dell’azienda.

Oggetto: I: Richiesta di smart working per allerta meteo e chiusura scuole

Gentili colleghe e colleghi,

riscontriamo la vostra comunicazione per confermare che la richiesta non può essere accolta, in quanto lo smart working non è un istituto adottato quale modalità di organizzazione del lavoro né oggi disciplinato all’interno dell’Azienda.   

Resta ferma, naturalmente, la possibilità – per far fronte alle specifiche esigenze individuali – di far ricorso ai diversi istituti previsti dalla normativa contrattuale interna, secondo le normali procedure e modalità.

 


Qui il comunicato unitario a firma delle Rappresentanze sindacali First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia e Uilca Uil del Gruppo Unipol

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