ItaliaOggi: sportelli bancari sono rarità. Colombani: il prelievo dai Pos non è la soluzione contro la desertificazione bancaria

La desertificazione bancaria rimane tema di grande attualità e First Cisl alimenta il dibattito pubblicando, con cadenza trimestrale, i dati elaborati dalla Fondazione Fiba.

ItaliaOggi è tornata ad occuparsi della revisione della rete commerciale delle banche italiane con due servizi che forniscono il report aggiornato al 30 settembre e le considerazioni del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani. Gli articoli sono firmati dalla giornalista Roxy Tomasicchio che rimarca come “i comuni italiani, dai più piccoli alle città metropolitane, si stanno spopolando di sportelli bancari. Nei primi 9 mesi dell’anno ne sono stati chiusi 635: poco più di due ogni giorno, volendo fare un calcolo a spanne. Circa 4,3 milioni di italiani vivono in un comune nel quale non è possibile accedere di persona a un servizio bancario, che si tratti di un prelievo di contanti o di un deposito o della contrattazione di mutui e prestiti. Oltre 6 milioni, invece, sono a rischio perché possono contare su una sola filiale, magari però distante chilometri da casa o ufficio”.

I dati riportati sono eloquenti e restituiscono l’immagine di un paese che non può risolvere i problemi delle piccole comunità, rimaste senza servizi bancari, autorizzando il prelievo dai Pos degli esercizi commerciali. È questa l’idea contenuta nella nuova legge di bilancio che Riccardo Colombani giudica non risolutiva.

Sollecitato dal quotidiano economico il leader dei bancari della Cisl fa notare che esistono «rischi sul versante del riciclaggio. La norma allo stato attuale – dice Colombani – prevede che gli esercenti siano esentati dall’adeguata verifica per prelievi occasionali inferiori ai 250 euro. Il numero di operazioni è potenzialmente enorme visto che le aree interne e a rischio desertificazione, cui fa riferimento il testo, sono ormai vastissime. Non dimentichiamo che in Italia i comuni privi di sportello bancario sono oltre 3.200». Per il segretario generale First Cisl, inoltre, «il rischio che la criminalità colga l’occasione per riciclare una parte dei suoi proventi è evidente. Paradossalmente nella relazione tecnica tra gli effetti del provvedimento viene citata la minore giacenza di liquidità che questo determinerebbe, con ricadute positive anche sulla sicurezza dei commercianti».

Alla domanda di ItaliaOggi se “Ci sono anche vantaggi” connessi ad “uno stimolo affinché gli istituti di credito investano in servizi digitali, visto che sarà possibile prelevare anche con Qr code?” Riccardo Colombani replica: «Francamente è difficile scorgere dei vantaggi, se non per le persone che avrebbero la possibilità di fruire del servizio di prelievo ma non degli altri servizi bancari. Più che uno stimolo all’investimento sui servizi digitali c’è il rischio che le banche accentuino il disinvestimento sulla rete fisica degli sportelli. Non abbiamo nulla, sia chiaro, contro l’evoluzione verso il digitale delle banche, purché la tecnologia sia funzionale a un migliore servizio e a una migliore organizzazione del lavoro e non un mezzo per tagliare il costo di quest’ultimo».

Il legame banche e territori – fa notare il quotidiano economico – è sempre più debole: quali le cause e quali le possibili soluzioni?”. «La causa prima – ribadisce il leader dei bancari della Cisl – è senz’altro il processo di concentrazione del sistema. In 30 anni il numero delle banche si è ridotto di oltre la metà. Erano 1.037 nel 1993, sono scese a 434 nel 2023. Restiamo davanti alla Francia (394), ma dietro a Polonia (573) e Austria (443). La Germania invece ne ha ancora 1.381. Le continue fusioni hanno fatto sì che la quota dei primi cinque gruppi italiani sul totale degli attivi crescesse di 24,9 punti dal 1999 al 2022, arrivando oggi oltre il 50% del mercato domestico, contro il 46,4% della Francia e il 35% della Germania. Per questo siamo contrari a una nuova stagione di aggregazioni. Per combattere la desertificazione dobbiamo puntare a incentivare, da un punto di vista economico e reputazionale, la territorialità delle banche».

Il segretario generale di First Cisl viene chiamato a pronunciarsi sull’alta concentrazione del sistema bancario. È “un bene o un male?”, chiede ItaliaOggi. «La concentrazione del sistema bancario – osserva Riccardo Colombani –  ha provocato problemi economici e sociali evidenti. In un paese in pieno inverno demografico, con il più alto indice di vecchiaia tra gli stati europei, e con un basso livello di competenze digitali, la scomparsa degli sportelli è un fattore di esclusione sociale. L’invecchiamento della popolazione e il basso livello delle competenze digitali tra le classi di età più elevata fanno sì che l’internet banking sia poco diffuso in Italia, tanto che a utilizzarlo è appena il 48,3% della popolazione rispetto al 59,6% della media Ue (…) Che la digitalizzazione sia causa della desertificazione bancaria è quindi un falso mito. La lontananza delle banche dai territori ha penalizzato anche le imprese minori, sotto i dieci dipendenti, che in Italia sono circa 3 milioni e 450mila e che negli ultimi anni hanno visto calare costantemente l’erogazione di credito».

 

Qui il pdf con le tabelle esplicative

Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba