Mondo Economico riprende i dati dell’Osservatorio First Cisl. Desertificazione bancaria avanza tra proteste comunità locali

“Banche: senza sportelli un quarto dei comuni d’Italia. Ed è rivolta: Fermiamo la desertificazione”. Nuovo Mondo Economico rilancia così il tema della riorganizzazione delle rete commerciale del sistema bancario italiano costantemente monitorato da First Cisl attraverso l’Osservatorio sulla desertificazione bancaria.

Firma l’articolo il vice direttore del settimanale di economia e finanza, Pier Paolo Luciano, che definisce “agghiaccianti” i numeri rilasciati dal puntuale report trimestrale elaborato dalla Fondazione Fiba. Come riporta Mondo Economico, “più di un quarto dei comuni italiani – 2.227 su 7.901 per la precisione – non ha una banca. Sono 4 milioni e 300mila gli abitanti esclusi da un servizio fondamentale. Oltre la metà ha perso questo diritto negli ultimi anni. E le imprese che operano in questo contesto infelice sono quasi 250mila (negli ultimi dodici mesi sono aumentate di 23mila unità). A conferma di uno stillicidio senza fine”.

Le chiusure degli sportelli bancari avvengono “nell’indifferenza per le proteste e le mobilitazioni delle comunità locali. L’ultima è andata in scena a Venasca, nel cuneese, all’imbocco della valle Varaita (…) Accanto al sindaco e agli abitanti sono scesi in piazza i vertici dell’Uncem, l’associazione dei comuni e degli enti montani, che da tempo si batte contro l’impoverimento delle valli”.

Il giornale torinese rilancia le considerazioni di Roberto Colombero, presidente Uncem Piemonte che era già intervenuto sul tema il 17 novembre dello scorso anno partecipando al convegno “Biodiversità bancaria: un valore da preservare”, organizzato da Cisl e First Cisl Cuneo. «I sindaci della valle Varaita – dice  Colombero –  indossavano tutti la fascia tricolore per rappresentare un’istituzione contro una banca che vuole chiudere. Un modo per insistere sui diritti di cittadinanza. Dunque sulla Costituzione. La Valle Varaita è unita nel dire che Unicredit non deve andarsene. Sbaglia. Sono poteri che si arroccano nei quartieri generali di qualche grattacielo, alle spalle dei territori, della gente, delle imprese. Alziamo il livello della protesta e della mobilitazione».

Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem, rincara la dose: «C’è un’altra economia possibile; un altro modo di organizzare il risparmio dei cittadini. Il Parlamento e il Governo intervengano per mettere un argine alla spoliazione di servizi fatta dalle banche. Lo chiedono i cittadini, i sindacati, le imprese. Con i sindaci alziamo la voce, siamo arrabbiati e chiediamo ad Abi, Banca d’Italia, Consob di intervenire, di fermare queste chiusure che sono un affronto e un attacco al territorio, alla montagna, alla gente che ci vive e ci lavora. I diritti di cittadinanza sono diritti di tutti».

Nuovo Mondo Economico evidenzia ancora che l’analisi pubblicata da First Cisl aiuta a capire “com’è cambiato il pianeta del credito negli ultimi trent’anni. Nel 1993 le banche in Italia erano più di mille. Oggi, sotto la spinta di fusioni e accorpamenti, si sono più che dimezzate: 443. Restiamo davanti alla Francia (394) ma dietro la Polonia (573) e l’Austria (443). La Germania è a una distanza siderale: 1.381 banche. Il taglio degli sportelli è stato una conseguenza diretta della cura dimagrante. Con qualche distinguo, come sottolinea Riccardo Colombani, segretario generale di First Cisl: «I dati dimostrano che la desertificazione bancaria ha colpito le province in modo difforme. All’interno delle stesse regioni ci sono differenze marcate, mentre le grandi città, contrariamente alle attese, restano tutte fuori dalle prime posizioni, tanto che è più facile trovare uno sportello a Barletta o Grosseto che a Milano o Roma».

Nel fare il raffronto con le varie aree del paese l’autore dell’articolo Pier Paolo Luciano rimarca come nella “(…) graduatoria di maglie nere ci sono due province del Piemonte – il Verbano Cusio Ossola e Alessandria – e la Valle d’Aosta. Insomma, il Nord Ovest del Paese. Fenomeno che non rallenta. Anzi. Nei primi sei mesi dell’anno sono stati chiusi altri 593 sportelli. E cresce il numero dei comuni che hanno una sola banca che, soprattutto per chi gestisce un’impresa, non è il massimo: dov’è la concorrenza? Sono quasi duemila in tutto (1906 per l’esattezza) e mettono insieme sei milioni di abitanti. E quasi 400 mila imprese”.

Le considerazioni di Riccardo Colombani chiudono il servizio di nuovo Mondo Economico: «La concentrazione del sistema soprattutto dopo la crisi Lehman Brothers era mirata ad assicurare stabilità, ma ha avuto l’effetto di indebolire il legame tra banche e territori. Questo legame va invece rafforzato attraverso incentivi. C’è in gioco anche la coesione sociale. Non vanno dimenticati due fattori: che gli anziani, che sono sempre di più, usano poco i canali digitali e che cresce il rischio di escludere da un servizio essenziale sempre più aree del Paese».


L’analisi sulle banche con le tabelle esplicative

L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria

L’articolo su nuovo Mondo Economico