Colombani a Il Tempo: operazione di sistema con le Fondazioni per Mps. Mutui e fringe benefit, subito una soluzione per i bancari

Mps, la corsa al rialzo dei tassi di interesse, l’impatto sui mutui e il riverbero sui fringe benefit dei dipendenti delle banche, la trattativa per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro dei bancari. Su questi temi Il Tempo ha intervistato il segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani.

Banca Monte dei Paschi di Siena

“Dopo un’estate caldissima, segnata dalla tassa sugli extraprofitti – scrive il quotidiano nazionale – ora tornano i rumor su nuove possibili aggregazioni. “Il governo ha aperto alla privatizzazione di Mps. È davvero il momento giusto?

«Non c’è ragione per privatizzare subito – risponde netto il leader dei bancari della Cisl – Dopo la ricapitalizzazione la banca sta andando molto bene: i conti del primo semestre lo dimostrano. Siamo quindi contrari ad ogni ipotesi di spezzatino o alla fusione con un’altra banca. Il Mef può rispettare gli accordi senza consegnare Mps a chi è interessato solo a profitti senza assumersi rischi, vendendo polizze e prodotti finanziari alla clientela. Serve un’operazione di sistema attraverso l’impegno delle Fondazioni di origine bancaria, che globalmente hanno un patrimonio di circa 40 miliardi di euro, dei quali circa 21 investiti in fondi comuni o dedicati, e che potrebbero rilevare tutta o buona parte della partecipazione del Mef».

Fringe benefit

Il Tempo alimenta la sua intervista parlando della prossima manovra di bilancio chiedendo quali siano “le priorità per la vostra categoria?

«La rapidissima crescita dei tassi – prosegue Colombani – ha messo a nudo la distorsione normativa sui fringe benefit per i lavoratori bancari che hanno contratto prestiti con la propria banca. La principale distorsione riguarda i prestiti a tasso fisso. Ne escono fortemente penalizzati coloro che, potendo farlo, hanno effettuato la scelta, rivelatasi oggi lungimirante sotto il profilo dei costi finanziari, di fissare lo stesso tasso per tutta la durata del prestito. Prima del ciclo dei dieci rialzi della Bce, infatti, il tasso fisso su tutte le scadenze era più alto dell’Euribor, che è il tasso parametro prevalente per i prestiti a tasso variabile. Oggi la situazione si è ribaltata: l’Euribor da 1 a 12 mesi è più alto del tasso fisso attuale su tutte le scadenze e ben più alto rispetto agli anni 2020 e 2021, quando i tassi fissi di mercato erano addirittura negativi».

“Che cosa ha comportato tutto ciò?”, chiede ancora Il Tempo al segretario generale First Cisl. «Tanti lavoratori bancari si trovano costretti  a pagare ingiustamente le imposte sulla metà del differenziale tra il tasso di riferimento delle operazioni principali della Bce, oggi al 4,50%, e il tasso fisso contrattuale del prestito. Insomma, le agevolazioni e i privilegi non c’entrano proprio niente. Considerati gli importi spesso rilevanti dei mutui per acquisto della prima casa, i lavoratori sono costretti a subire un vero e proprio salasso, anche perché i limiti di esenzione previsti dalla legge non costituiscono ancora franchigie. Ad aprile, abbiamo già chiesto al governo di intervenire insieme alle altre organizzazioni sindacali e all’Abi. Stavolta il problema va risolto – rimarca Colombani – la legge va cambiata e sono necessarie soluzioni per l’anno in corso».

Rinnovo Ccnl credito

Di proroga in proroga: “Giovedì prossimo si riapre la trattativa sul contratto nazionale. A che punto siamo?

«Sono già stati fissati con l’Abi altri incontri per il mese di ottobre. La trattativa – conclude Riccardo Colombani – deve approdare ad una chiusura in tempi brevi. Ci sono tutte le condizioni per fare bene, prima di tutto sul fronte salariale. I bilanci sono oggettivamente ottimi, quindi le banche non possono accampare la scusa della tassa una tantum per opporsi. Tanto più che gli azionisti sono già passati all’incasso con una pioggia di dividendi e hanno pure beneficiato delle operazioni di buyback».

Qui l’intervista de Il Tempo: