Congedo di paternità, come funziona dal 2022

Da quest’anno il congedo di paternità obbligatorio, cioè le 10 giornate per i papà naturali o adottivi/affidatari lavoratori dipendenti, diventa strutturale. Non cambia molto, quindi, in termini quantitativi; la buona notizia è che la misura non dovrà più essere rinnovata annualmente, ma diventa stabile.

Il congedo di paternità è stato istituito esattamente 10 anni fa con la legge Fornero (L. 92/2012); originariamente era prevista una sola giornata di astensione obbligatoria e ulteriori due giornate facoltative da godere in alternativa alla madre. Permane, allo stato attuale un solo giorno facoltativo, alternativo al congedo materno, e diventa anch’esso strutturale. Come riporta il sito dell’Inps, questo diritto è autonomo, quindi aggiuntivo a quello della madre e prevede una retribuzione del 100%. Ricordiamo che il congedo di paternità può essere goduto anche in via non continuativa entro il quinto mese dalla nascita o dall’ingresso in famiglia della bambina o del bambino.

I dati forniti dall’Inps sulla fruizione del congedo degli ultimi anni rilevano una crescita del numero dei papà che se ne avvalgono. Ancora troppo pochi però, soprattutto se pensiamo che, relativamente al dato del 2021, ne ha usufruito solo un po’ più della metà degli aventi diritto.

Occorre fare cultura e sensibilizzare sull’argomento, anche in vista della piena condivisione della responsabilità genitoriale a cui tutti auspichiamo. Siamo ancora lontani dal modello nordeuropeo, o dalla Spagna che dallo scorso anno ha concesso ai papà ben 16 settimane a stipendio pieno, ma bisogna insistere: la strada è quella giusta.

Nella tabella seguente i dati forniti dall’Inps sul numero dei padri beneficiari per tipologia di congedo e anno dal 2016 al 2021: