Big 5 conti ok, lo certifica studio First Cisl. Colombani, impegno dipendenti genera ricchezza da redistribuire

Il fermento che registra il settore bancario incrocia i bilanci delle prime cinque banche italiane. L’Ufficio studi di First Cisl li ha passati in rassegna fornendo ulteriori spunti all’attuale dibattito. Nel 2021 sono aumentati i proventi operativi ed è diminuito ancora il cost/income. Questa la fredda sintesi dell’andamento di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Bper.

L’analisi della federazione dei bancari della Cisl è stata ripresa da vari organi d’informazione. Agenzie di stampa, quotidiani, siti d’informazione finanziaria hanno rilanciato numeri e cifre mettendo in evidenza nel titolo il boom delle commissioni a traino dei conti, come ha scritto Economy Magazine. Stessa impostazione per Finanza.com che scrive “Banche: boom delle commissioni traina i conti, i proventi operativi a +4,2%”. Risultato, questo, più che positivo, al quale ha contribuito la straordinaria crescita delle commissioni nette (+ 10,1%). Si registra inoltre un ulteriore 10% d’incremento del risparmio gestito. Anche i giornali a tiratura regionale, come L’Eco di Bergamo, si occupano della ricerca cislina rilanciando, nel titolo, le considerazioni del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, per il quale “la ricchezza prodotto va redistribuita ai lavoratori”.

Dal report sulle cinque principali banche italiane, curato e diffuso dall’Ufficio Studi di First Cisl, si evince come stia continuando a diminuire “il rapporto costi/ricavi (cost/income) – scrive Economy Magazine, che – passa dal 57,5% al 55,7%, con una riduzione di circa 8.300 dipendenti e la chiusura di oltre 1.600 sportelli (- 11,6%). Nel periodo 2015-2021 i comuni serviti da almeno uno sportello bancario si sono ridotti da 5.727 a 4.903. In questo contesto è da segnalare la diversa strategia delle Bcc, che hanno mantenuto la loro presenza, risultando come unico sportello in 705 comuni (da 578)”.

Lo studio non ha tralasciato gli effetti generati dalla riduzione degli Npl. “Migliora ancora la qualità del credito – si legge su L’Eco di Bergamo – con un’incidenza dei deteriorati netti sul totale crediti che passa dal 2,5% all’1,9%, mentre le rettifiche su crediti si dimezzano rispetto al 2020 ed in rapporto ai proventi operativi passano dal 26,3% al 12,8%”. Viene inoltre sottolineato che “tutti gli indicatori di produttività del lavoro evidenziano incrementi rilevanti: il margine primario pro capite aumenta del 6%, mentre le commissioni nette per dipendente balzano del 13,8%. In decisa crescita anche il risultato di gestione per dipendente (+ 12,4%) così come il prodotto bancario per dipendente (+ 7,8%)”.

Nel commentare l’articolata analisi di First Cisl, il segretario generale Riccardo Colombani ha dichiarato al quotidiano bergamasco che «un aumento così forte della produttività rende necessario affrontare il tema della redistribuzione ai lavoratori: il loro contributo è stato decisivo nonostante le criticità indotte dalla forte contrazione delle reti degli sportelli. L’obiettivo della redistribuzione va coniugato con l’attenzione ai criteri Esg che, sotto la spinta dei governi e degli organismi internazionali, vincolano le banche a standard stringenti di sostenibilità sociale e ambientale. Standard che mal si conciliano con la continua riduzione della presenza sui territori e la prassi sempre più invasiva delle pressioni commerciali. Per questo occorre – dice ancora Colombani a L’Eco di Bergamo – un modello di business bancario che non sacrifichi la relazione con i territori, includa i risparmiatori con minori competenze digitali ed eviti la ricerca ossessiva del risultato economico».