Il sistema bancario è chiamato a svolgere un ruolo centrale nell’attuazione del Pnrr, ma per mettersi al servizio del Paese dovrà recuperare appieno la sua dimensione etica e sociale. Ne è convinto il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani, che alle banche chiede di superare la logica del “profitto a prescindere” e alla politica di riappropriarsi delle proprie prerogative, di tornare a svolgere un ruolo attraverso le politiche creditizie e di non devolvere alle autorità di vigilanza le proprie responsabilità. “Per la finanza l’etica è una necessità – ha sottolineato Colombani nel suo intervento al convegno “Banche per il futuro, tra Pnrr e nuovi modelli di sviluppo per il territorio” organizzato da First Cisl Lazio nell’ambito del suo congresso – Il Testo unico bancario ha definito le caratteristiche degli operatori bancari che conformano la propria attività ai principi della finanza etica e sostenibile. Parliamo però di una norma che delimita un ambito molto ristretto, non applicabile dunque alla larghissima maggioranza delle banche. L’impressione è che la politica, con la sua introduzione, abbia cercato di rifarsi una verginità dopo i casi che si sono susseguiti negli ultimi anni a seguito dell’applicazione della direttiva Brrd sulla risoluzione degli istituti in crisi. La stessa cosa si può dire che sia accaduta per le norme sull’educazione finanziaria. Tuttavia la definizione di una nicchia riservata alla finanza etica non incide sul sistema nel suo complesso. Ciò che conta davvero è che l’etica informi l’attività delle banche”.
È prima di tutto un problema di ordine culturale. Un problema che investe anche il tentativo di riorientare il sistema verso la sostenibilità e la transizione ambientale, divenuti temi centrali nelle agende di tutti i governi e assunti come prioritari, quanto meno nelle intenzioni, anche dal mondo finanziario. Resta il fatto, però, che “il modello di banca universale oggi dominante consente la più ampia libertà e non prevede forme di controllo”, condizione che potrebbe vanificare le aspirazioni al cambiamento.
Colombani non pensa ad uno Stato che detti legge all’interno delle banche, ma ad uno Stato che, attraverso incentivi mirati, sia in grado di innescare una dinamica virtuosa, sulla scia di teorie come quella del nudge, la “spinta gentile” che sta alla base del pensiero del Nobel Richard Thaler.
Quel che è avvenuto nella prima fase della pandemia con il provvedimento che ha introdotto le garanzie statali sui prestiti alle imprese è un primo passo, la prova che lo Stato non può considerarsi solo un arbitro. Non basta, però. La “spinta gentile” va esercitata soprattutto sul versante del risparmio: “Abbiamo la necessità di spingere il risparmio verso l’economia reale. La strada giusta è favorire nuovi modelli di consulenza su base indipendente che mettano al centro l’interesse del risparmiatore e non il prodotto, come vuole la direttiva Mifid II”.
Se l’interesse del risparmiatore fosse stata al centro, ricorda Colombani, certo non si sarebbero verificati tanti casi di risparmio tradito. Casi eclatanti, come quello della vendita di diamanti alla clientela: “La vendita di diamanti allo sportello non ha niente di etico. I banchieri hanno giocato nell’area grigia dell’investimento fisico, sfuggendo alle regole Mifid II, e questo ha provocato la disaffezione dei risparmiatori e ha anche portato a procedimenti penali contro lavoratori incolpevoli”.
Essenziale per uscire dal paradigma liberista che ha dominato gli ultimi anni è poi il riconoscimento del valore della dimensione locale, anche in chiave di attuazione del Pnrr, che significa “puntare sulla biodiversità bancaria, valorizzando il ruolo delle banche popolari e del credito cooperativo”.
L’assenza della politica, di una politica in grado di orientare il sistema bancario verso la sostenibilità sociale, balza agli occhi nel caso di Bnl. Qui sono evidenti “i danni che può fare un’idea di banca che mira al solo interesse degli azionisti. Bnl vuole mettere alla porta più di 800 lavoratori, questo perché ha deciso di convertirsi da banca tradizionale a boutique finanziaria”. Quanto a Carige, conclude il leader dei bancari della Cisl, “non emergono sovrapposizioni con Bper, che ha sempre dimostrato di avere uno stile che privilegia l’integrazione. Si tratta di un’operazione di sistema, che coinvolge con senso di responsabilità tutto il sistema bancario”.