Unipol, si apre il fronte smart working. Sui giornali spazio all’iniziativa First Cisl “reAgire”

In Unipol si apre il fronte dello smart working. Iniziata un’azione di “mail bombing” da parte dei dipendenti, scrivono le testate di QN Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione in un articolo dal titolo “Protesta a Unipol: no al ritorno in ufficio”. Vari organi d’informazione danno spazio alla presa di posizione dei lavoratori che contestano il rientro di tutto il personale previsto per il 4 novembre. “Unipol, partito il mail bombing contro il rientro in ufficio obbligatorio” titolano l’agenzia Dire, Notiziedì.it, forumitalia.info.it, cittàdinapoli.com.

“Da oggi – si legge su giornali e siti – i dipendenti di Unipol hanno iniziato il mail bombing contro la decisione aziendale di far rientrare tutto il personale in ufficio dal 4 novembre. E pare che siano già “centinaia” le e-mail con cui i dipendenti “chiedono educatamente un accordo che prolunghi il ricorso allo smart working” e lo slittamento della data del rientro negli uffici “a fine dicembre”.

Sulla vicenda è intervenuto Alberto Enzini, componente la segreteria First Cisl Area Metropolitana Bolognese e Ferrara. «In ufficio subito dovrebbe tornare “volontariamente” solo chi lo vuol fare. Deve prevalere la volontarietà» ha rimarcato il dirigente sindacale.

L’Agenzia Dire riporta che “per venerdì, giorno dell’entrata in vigore dell’obbligo di green pass sul luogo di lavoro, la stessa Cisl darà vita ad un primo presidio a Bologna per richiamare l’attenzione sul fatto che «Unipol, in modo davvero preistorico, dispone il rientro di tutti i lavoratori in ufficio, a differenza di quanto fanno i suoi principali competitor, e lo fa evidentemente – sottolinea Enzini – per smania di controllo o per mancanza di fiducia nel suo personale».

L’incontro sul green pass tra azienda e lavoratori non ha registrato aperture «la delegazione aziendale è arrivata senza disponibilità a discutere e solo per informare che dal 15 si attua la norma sul green pass e una società esterna è stata incaricata di verificarne il rispetto». Per Alberto Enzini, si legge ancora su Dire, «dopo un anno in smart working, il rientro in ufficio andrebbe reso volontario anche per andare incontro a tutti quei lavoratori che non avevano previsto il ritorno alla normalità pre Covid a novembre».

“La mobilitazione lanciata ieri da First Cisl si intitola “reAgire” – scrivono i vari siti on-line – e  prevede: il “rigido rispetto” delle ore lavorative giornaliere e quindi la “sospensione di qualsiasi ulteriore attività”; la “pedissequa osservanza delle procedure aziendali, attenendosi ai manuali e alle indicazioni normative formali”; l’invio massivo di specifiche e-mail alla Direzione aziendale. Ma dietro l’angolo c’è anche “l’attivazione di un numero congruo di ore di sciopero in caso di mancata risposta dell’azienda con articolazione da decidere in un secondo momento”.