Mps, il ceo di Alisei Sim accusa i lavoratori. Colombani, hanno tenuto in piedi la banca, si scusi

“In questi anni sul Monte dei Paschi di Siena abbiamo letto di tutto: analisi scombinate, ricostruzioni fantasiose, prese di posizione strumentali. Non era mai successo però che qualcuno attribuisse direttamente ai lavoratori la responsabilità delle vicissitudini che da oltre un decennio travagliano la vita della banca. Ora anche questo vuoto è stato colmato, purtroppo”. Lo dichiara il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani.

“Ci ha pensato il ceo di Alisei Sim Wolfram Mrowetz su Formiche.net – prosegue il leader dei bancari della Cisl – La sua tesi è che sarebbero stati i dipendenti di Mps a concepire e poi ad attuare un sistema di gestione clientelare del credito tanto sconsiderato da condurre la banca nel baratro in cui si trova. Non basta. Su queste falsità Mrowetz costruisce le basi dello stigma morale: con simili trascorsi, sostiene, sarebbe pressoché impossibile integrare i lavoratori del Monte in una realtà sana come quella di Unicredit.”

“Ovviamente – sottolinea Colombani – nessuna di queste affermazioni è suffragata dalla benché minima prova. La storia degli ultimi anni dimostra infatti esattamente il contrario. I piani industriali che si sono susseguiti hanno tagliato i costi in modo drastico, portandoli nettamente al di sotto della media di sistema. First Cisl ha documentato, numeri alla mano, che questa scelta, presentata ogni volta come ineluttabile, ha piuttosto acuito i problemi, dal momento che ha impedito di centrare gli obiettivi di ricavi che la banca si poneva. Un tipico caso di circolo vizioso. Nel frattempo l’occupazione è stata tagliata di un terzo: nel giro di un decennio dalla banca sono usciti 10mila lavoratori”.

“Mrowetz – osserva ancora il segretario generale di First Cisl – sarà pure un “analista attento” dei mercati, come lo definisce il suo intervistatore, ma la sua memoria evidentemente funziona ad intermittenza, altrimenti gli avrebbe impedito di caricare sulle spalle di chi ha pagato tanto duramente responsabilità che vanno addossate ad altri, ovvero agli amministratori che hanno gestito la banca in passato, ai quali viene riservato invece solo un timido cenno. Una cosa deve essere chiara: è solo grazie alla dedizione delle lavoratrici e dei lavoratori che Mps è riuscita a mantenere il rapporto con la clientela ed a restare sul mercato”.

“È proprio il ribaltamento della realtà – conclude Colombani – il tentativo, goffo ma non per questo meno grave, di far passare le vittime per colpevoli che non possiamo accettare. Si sa che in ogni vicenda dolorosa, e il caso Mps indubbiamente lo è per le sue ricadute sulle vite di tante persone e di un’intera comunità, ad un certo punto sbuca sempre qualcuno che sembra trarre piacere dalle disgrazie altrui: si chiama Maramaldo. Stavolta si è fermato a Siena”.