Ripartiamo insieme, mobilitazione unitaria Cgil Cisl Uil. Sbarra, il Paese ha bisogno di un nuovo patto sociale

Ripartiamo, insieme. Con il Lavoro, la coesione e la giustizia sociale per l’Italia di domani”. Cgil, Cisl e Uil hanno dato vita quest’oggi, sabato 26 giugno 2021, ad una manifestazione unitaria che, nella mobilitazione, ha idealmente unito Torino, Firenze e Bari dove sono rispettivamente intervenuti il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra,  il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Dal palco di Piazza Santa Croce a Firenze, il leader della Cisl Luigi Sbarra ha aperto il suo intervento richiamando le tante morti sul lavoro.

“Dobbiamo fermare questa lunga scia di sangue, questo continuo bollettino di guerra (…) Possiamo e dobbiamo fare di più insieme. Lo abbiamo gridato in queste settimane – ha sottolineato Sbarra – nelle tante iniziative che abbiamo tenuto nei luoghi di lavoro, nei territori, nelle categorie, e lo abbiamo ribadito a maggio a Roma, di fronte a Montecitorio, quando abbiamo alzato le nostre bandiere per dire al governo, per dire al parlamento, che la ripresa economica, la crescita e lo sviluppo del Paese si producono insieme, si sostengono insieme al mondo del lavoro, ai lavoratori, alle pensionate, ai pensionati, mai contro di loro, solo ascoltando la voce delle persone del lavoro, di coloro che in questo anno terribile con le loro attività, con le loro prestazioni  lavorative, con i loro sacrifici, hanno tenuto insieme il Paese (…)”.

“Oggi diamo un impulso in più a questo cammino di lotta e di responsabilità – ha proseguito il segretario generale della Cisl – Diciamo al Governo e alla politica di occuparsi dei problemi concreti delle lavoratrici e dei lavoratori, delle famiglie e dei pensionati, dei bisogni e delle aspettative delle persone in carne e ossa. Diciamo al Governo che deve cambiare atteggiamento su alcune questioni fondamentali, rispetto alle quali non ha dimostrato la stessa attenzione che nei mesi scorsi ha contraddistinto altri passaggi importanti. Penso alla firma, a marzo, del Patto per la Pubblica Amministrazione. Penso al rinnovo, il 6 aprile, dei protocolli sulla salute e la sicurezza e all’intesa sulle vaccinazioni nei luoghi di lavoro. Penso al Patto sulla scuola del 20 maggio. Quando c’è da mettersi attorno a un tavolo per animare una nuova politica di concertazione, concreta e pragmatica, il sindacato c’è e ci sarà”.

Per Luigi Sbarra “se invece l’approccio cambia, se si pensa, proprio ora, di girare le spalle ai lavoratori che perdono il posto, ai giovani e alle donne che non trovano lavoro, agli anziani che con le loro basse pensioni si ritrovano a dover sostenere le famiglie dei loro figli, allora potete star certi che la nostra strada diventa quella della mobilitazione”.

Il leader della Cisl ha poi richiamato quello che ha definito “il pasticcio del decreto Sostegni bis” che ha sancito lo strappo sui licenziamenti: “è stato un inciampo serio, un esempio dei danni che si possono fare quando non si segue la bussola del dialogo sociale”. Bisogna “fare di tutto per invertire la rotta. Si torni al confronto. Si trovino soluzioni condivise modificando il decreto o varando un nuovo provvedimento. Diversamente saranno centinaia di migliaia i posti di lavoro a rischio, che andrebbero ad aggiungersi al milione di posti di lavoro andati bruciati nell’ultimo anno. Già la povertà e le disuguaglianze in questi mesi sono aumentate come non mai. Sono quasi 6 milioni i poveri. Oltre due milioni le donne e gli uomini che si rivolgono ogni giorno ai servizi delle Caritas. Non si può permettere che questa forbice aumenti ancora. C’è uno tsunami sociale ed economico che dobbiamo scongiurare. Un’onda anomala che i deboli argini alzati dal Governo non possono fermare. E allora si cambi quel che c’è da cambiare!”

Da Firenze, il segretario generale della Cisl ha rimarcato la necessità di “estendere almeno al 31 ottobre il blocco generalizzato e confermare le Casse Covid lungo tutto il periodo di proroga. E parallelamente avviare riforme e investimenti per una transizione sostenibile. Si riformino gli ammortizzatori sociali, rendendoli universali. Si realizzino le politiche attive: ogni persona deve avere garantita riqualificazione e sostegno al reddito. Si avvii finalmente un grande piano nazionale per le competenze. Investimenti e riforme: questo dobbiamo sbloccare! Non i licenziamenti”.

Luigi Sbarra ha insistito sul tema investimenti che significano “aprire cantieri, realizzare infrastrutture materiali e sociali. Vuol dire servizi, non deregolamentare appalti e servizi pubblici. Vuol dire assicurare che si applichino contratti a tutti, che nessuno sia figlio di un dio minore. Vuol dire lavoro buono, lavoro di qualità, lavoro che non può far ammalare o uccidere, che non può scatenare guerre tra disperazioni; succede in tanti settori, a cominciare dalla logistica. Il pensiero di tutti noi va a Adil Belakdim, e a chi nel sindacato, sui campi, nelle fabbriche, continua a dare la vita per un lavoro più giusto. Un lavoro che non può contemplare più casi come quelli della giovane Luana. Ora basta! La scia di sangue deve finire! La sicurezza nei luoghi produttivi resta una grande priorità nazionale. Vanno assunti nuovi ispettori e medici del lavoro.  Va data piena attuazione al Testo unico del 2008, che da 13 anni aspetta gli ultimi decreti attuativi. C’è da istituire una vera patente a punti per le imprese. Chi sbaglia, o peggio chi manomette i macchinari, deve chiudere e pagare fino in fondo. Per realizzare tutto questo, La via giusta è quella della concertazioneUn sentiero sul quale il Governo deve tornare senza più incertezze e ripensamenti. Perché di qui ai prossimi mesi non si decide l’esito di una singola partita. Ma il destino del Paese”.

Il richiamo di Luigi Sbarra va oltre il perimetro governativo e investe anche “le rappresentanze delle imprese, a cominciare da Confindustria” invitate “a realizzare con noi un accordo che impegni le aziende a usare tutti gli strumenti di flessibilità contrattuali e istituzionali per arrivare all’obiettivo zero licenziamenti. Bisogna rinnovare i contratti, rilanciare salari e tutele, innovare le relazioni industriali”.

Per il leader della Cisl vanno inoltre “costruite e promosse nuove e avanzate forme di partecipazione dei lavoratori alla vita delle aziende”. Questo è il momento di “ricostruire insieme, il momento di muoverci uniti verso obiettivi strategici condivisi. Grazie al cambio di rotta dell’Unione europea e al Next generation Eu, le risorse non mancano. Ma anche qui, serve una governance partecipata per assicurare qualità di spesa, buona occupazione aggiuntiva, certezza dei tempi, legalità nei cantieri. Non è di “sfogatoi” che abbiamo bisogno, ma di strumenti in cui esercitare un ruolo concreto di cooperazione sociale. È il momento di “costruire futuro” anche con una nuova politica industriale che rilanci i settori strategici. Dentro c’è l’automotive, la siderurgia, la chimica, il tessile. E poi ancora l’elettronica e l’informatica, l’agroalimentare, l’artigianato, il turismo”.

Nel suo intervento dalla Toscana, Luigi Sbarra non ha tralasciato i temi dello sviluppo invocando “una nuova fiscalità di vantaggio più accessibile anche alle piccole e medie imprese. Tutto questo richiede un forte protagonismo per riprendere immediatamente i tavoli di confronto sulle crisi aziendali ancora bloccate al Ministero dello Sviluppo. Bisogna trovare una soluzione a questi tavoli, investire su ricerca, innovazione, sostenibilità, reti digitali, per unire il Paese e per rompere l’isolamento in cui si trovano troppe aree e troppe fasce di popolazione. È il momento di colmare lo storico divario tra nord e sud e dare così impulso alla crescita nazionale. È il momento di procedere ad una riforma fiscale nel segno della progressività, che sgravi i redditi da lavoro e pensione, chieda un giusto contributo alle grandi multinazionali che di questi tempi hanno fatto affari d’oro e sia affiancata da una battaglia senza sconti contro l’evasione e l’elusione”.

Per Sbarra è arrivato “il tempo di costruire una nuova solidarietà tra generazioni, realizzando anche un turnover nel lavoro pubblico e privato che permetta a milioni di ragazzi di entrare nel mondo del lavoro, e ad altrettanti anziani di poter guadagnare il giusto riposo dopo il contributo dato per una vita. Significa aprire un tavolo per scongiurare lo scalone di cinque anni dal 1° gennaio del 2022 e ricostruire un sistema previdenziale che sia davvero sostenibile, stabile e inclusivo. Bisogna ampliare la platea dei lavoratori usuranti e faticosi. Non è più rinviabile una pensione di garanzia per tanti giovani incastrati in occupazioni discontinue e precarie, part-time, in veri e propri lavori poveri. Senza nuove regole questi ragazzi non avranno mai accesso a pensioni dignitose e rischiano di affacciarsi a una terza età fatta di privazione, povertà, marginalità. Va valorizzato il lavoro di cura e la maternità, con il riconoscimento di almeno un anno in meno di contributi per ogni figlio. E in definitiva ridare al lavoro un volto umano stabilendo che 41 anni di contributi o 62 di età possono bastare in ogni caso. Bisogna rimettere in priorità l’obiettivo di una terza età dignitosa e attiva elevando gli assegni pensionistici e sbloccandone l’adeguamento; incardinare in Parlamento una nuova e aggiornata legge quadro sulla non autosufficienza che recepisca le proposte delle nostre federazioni dei pensionati, e assicuri servizi efficienti e omogenei in ogni regione, ad ogni latitudine del Paese, senza figli e figliastri”.

Queste le richieste avanzate al Governo dalla Cisl, “altro che licenziamenti”. “Lavoro, coesione, inclusione ha ribadito Luigi Sbarra – Solo così ripartiremo. Con la buona occupazione, soprattutto giovanile e femminile. Con il contrasto al precariato, al lavoro nero, ad ogni forma di illegalità e sfruttamento. Assicurando uguali diritti di cittadinanza in ogni territorio: con la ripartenza delle assunzioni nella sanità, nel pubblico impiego, nella scuola; con il rilancio dei servizi socio-sanitari e della medicina di prossimità; con la stabilizzazione di decine di migliaia di lavoratori che animano la pubblica amministrazione, i nostri ospedali, le nostre comunità educanti”.

Nell’intervento fiorentino Sbarra dà spazio anche ai temi dell’istruzione: “Come pensiamo di riaprire in sicurezza le scuole se mancano 120mila insegnanti? È il momento di avere uno sguardo lungo sul domani. Il tempo della concordia, per tutti, per unire il Paese: il lavoro pubblico e il privato, i giovani e gli anziani, italiani e migranti, nord e sud. Peggio di questa crisi”, ci ha avvertiti Papa Francesco, “c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi. È così, sarebbe un delitto mancare questa occasione. Per questo va aperta la stagione di un nuovo patto sociale che consenta all’Italia di approdare ad un modello di sviluppo nuovo, solidale, produttivo”.

“Al Governo e alle imprese l’opportunità e il dovere di raccogliere questa sfida. Per cambiare insieme. Per tornare a crescere in modo sostenibile. Per costruire uniti – ha concluso il Segretario Generale della Cisl – un futuro più giusto, che non ricada negli errori del passato e non lasci davvero più nessuno indietro”.

 

Il volantino unitario di Cgil, Cisl e Uil: