Studio First Cisl, banche reggono urto pandemia, crescono ricavi ma cala occupazione

L’ufficio studi di First Cisl analizza l’ultima trimestrale delle prime cinque banche italiane certificando il basso impatto della pandemia sui conti di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Banco Bpm e Monte dei Paschi di Siena.

Le risultanze della ricerca cislina trovano ampio spazio sulle pagine dei principali quotidiani. Avvenire titola “Lo studio. La pandemia non fa male alle banche”. Sulla stessa linea l’impostazione dell’articolo de Il Giornale: “Lo studio First Cisl, le banche arginano il virus. Sulle sofferenze cambiare regole”.  Unisce il tema dell’emergenza sanitaria a quelli dei ricavi e dell’occupazione il Fatto Quotidiano titolando “Il rapporto First Cisl. Banche & Covid: crescono i ricavi , cala l’occupazione”.

“I numeri delle trimestrali pubblicate negli ultimi giorni dalle principali banche italiane confermano che la pandemia del Covid-19 e la caduta del Pil non ha danneggiato i loro bilanci” spiega Avvenire, evidenziando che dall’analisi dell’Ufficio studi First Cisl “emerge la sostanziale tenuta dei ricavi operativi (- 5% rispetto allo stesso periodo del 2019). La flessione è ancor più contenuta se si guarda ai ricavi core (margine primario – 4,1%), quelli originati dalle attività verso la clientela. Clientela che continua però a scontare i disagi dovuti alla chiusura di filiali (- 4,6%)”.

“L’effetto sui conti è evidente – scrive il Fatto Quotidiano – con una contrazione pronunciata dei costi del personale (- 2,6%). Migliora la qualità del portafoglio crediti con l’ulteriore riduzione del peso dei crediti deteriorati netti (adesso al 3,2%)”. Il quotidiano romano completa il suo servizio con le dichiarazioni del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani che afferma «Ci troviamo in una situazione che richiede politiche creditizie anticicliche imperniate su garanzie statali finalizzate ad un deciso incremento degli investimenti per assicurare una solida e duratura ripresa dell’economia. Occorre inoltre confermare la moratoria sui prestiti almeno fino al termine dell’emergenza sanitaria».

Il leader dei bancari della Cisl viene rilanciato anche da il Giornale: «È necessario – dice – che le regole sulla gestione dei rischi di credito, calendar provisioning e nuova definizione di default, cambino per evitare un corto circuito tra banche e imprese. Occorre inoltre confermare la moratoria sui prestiti almeno fino al termine dell’emergenza». Le considerazioni di Colombani toccano anche la politica della remunerazione degli azionisti: «Sarebbe sbagliato eliminare il blocco dei dividendi. Meno patrimonio significa infatti meno credito, l’esatto contrario di quello di cui abbiamo bisogno».

 

In allegato il comunicato con le tabelle esplicative