Ipotesi nozze Mps-Unicredit sui giornali, sindacati, no a fusione contro lavoratori

Il futuro della Banca Monte dei Paschi di Siena continua a trovare spazio sui giornali. Vari quotidiani tornano sulla situazione dell’istituto senese rilanciando le considerazioni dei sindacati. La Nazione costruisce il titolo del suo articolo proprio sulla posizione delle organizzazioni sindacali “Mps-Unicredit, i sindacati contro la fusione”. Di allarmanti ricadute sul lavoro scrive il Corriere di Siena titolando così il suo servizio: “Monte dei Paschi, sindacati preoccupati. «Rischi di un pesante prezzo sull’occupazione»”. Per Conquiste del Lavoro, “Sindacati: rischi di indebolimento del sistema. Mps, dubbi su operazione Unicredit”.

I tre quotidiani scrivono che “le insistite indiscrezioni di stampa, ancorché non smentite, circa una complessa operazione che prevederebbe, da un lato, lo scorporo di Unicredit Europa da Unicredit Italia e la conseguente acquisizione da parte di quest’ultima di Monte dei Paschi sollevano dubbi e preoccupazioni nelle lavoratrici, nei lavoratori e nelle organizzazioni sindacali di settore”.

«L’ipotesi di scorporare Unicredit Europa, prevedendo una quotazione in Borsa a Francoforte e una fusione con un Gruppo bancario europeo – sostengono i sindacati su La Nazione – equivarrebbe a un oggettivo indebolimento del sistema bancario italiano. In secondo luogo, l’acquisizione di Monte dei Paschi, stando a quanto supposto da vari organi di stampa, comporterebbe un pesante prezzo in termini occupazionali, che graverebbe soprattutto sulla attuale direzione del Monte a Siena”.

Un taglio del lavoro, fa notare Conquiste del Lavoro, “quale principale condizione preliminare affinché Unicredit Italia possa poi procedere all’incorporazione del Monte”. Proprio per questo, si legge sul quotidiano romano, i segretari generali delle sigle reputano “inaccettabile una simile eventualità: sia dal punto di vista sociale, sia perché sarebbe gravemente compromesso l’obiettivo di rilancio del Monte dei Paschi, sia infine per il ruolo sbagliato e rinunciatario che svolgerebbe nella vicenda lo Stato Italiano che attualmente detiene il 68,25% del capitale dell’Istituto senese e che resterebbe con un solo 5% a fronte del fatto che dovrebbe provvedere alla preventiva ricapitalizzazione del Monte dei Paschi”.

Il Corriere di Siena, riprende la nota sindacale unitaria, evidenziando che “le organizzazioni sindacali ribadiscono il proprio impegno e la propria determinazione ad operare per un reale rilancio del Monte dei Paschi, attraverso una presenza pubblica che sappia esserne motrice, con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio di professionalità e competenze presenti nella più antica Banca italiana, a partire dal mantenimento del nome e della presenza a Siena e sul territorio nazionale. Non possono essere le lavoratrici e i lavoratori del Monte dei Paschi a pagare per gli errori gravissimi che negli anni sono stati compiuti dal management che si è via via succeduto”.