UniCredit, First Cisl, toni più dialoganti, assunzioni fondamentali

Primo incontro sugli esuberi, fissati i prossimi appuntamenti. Per il segretario nazionale Mauro Incletolli ogni due uscite dovrà esserci almeno un nuovo assunto

“Se UniCredit pensa che ci siamo seduti al tavolo per fare da spettatori si sbaglia di grosso. Oggi l’azienda si è limitata a comunicarci che intende programmare incontri a cadenza settimanale, ogni mercoledì e giovedì, per trovare un accordo entro la scadenza della procedura, prevista per il 31 marzo. Ha mostrato però un atteggiamento più dialogante rispetto ai toni intimidatori della lettera che ci ha inviato. Un atteggiamento che in ogni caso stride con la decisione di avviare la chiusura di 62 filiali senza alcun confronto con i sindacati. Di certo noi non ci accontentiamo delle belle parole di Mustier sulla responsabilità sociale. Valuteremo sulla base dei fatti quali sono le vere intenzioni di UniCredit”. A dichiararlo dopo l’incontro che si è svolto a Roma tra i sindacati dei bancari e i vertici di UniCredit è Mauro Incletolli, segretario nazionale di First Cisl.

“Le nostre condizioni – aggiunge Incletolli – restano chiare: almeno un’assunzione ogni due uscite, altrimenti la trattativa non comincia neppure. È fondamentale inoltre che le nuove assunzioni siano distribuite con equità sul territorio nazionale perché non accetteremo che il Sud venga penalizzato ancora”.

“Quanto alla pretesa di derogare all’articolo 2103 del codice civile in materia di trasferimenti e assetto inquadramentale e retributivo – avverte Inclettolli – UniCredit si scordi di fare ricorso a demansionamenti e a mobilità selvaggia perché incontrerà la nostra totale opposizione ad ogni forma di destrutturazione del lavoro bancario. Per questo pretendiamo dati certi sulla rete My Agent, sul numero dei lavoratori coinvolti e sui compiti loro attribuiti, per evitare che dietro al rispetto formale delle norme si nascondano forme di falso lavoro autonomo.  Finora – conclude Incletolli – l’unica strategia di Mustier è stata la compressione dei costi, ma basta leggere il bilancio presentato pochi giorni fa per capire che da tagliare non c’è più nulla”.