I giornali su Ccnl banche, confronto in salita, intesa lontana

Il confronto tra sindacati e Abi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei bancari non ha registrato passi avanti. Vari giornali riprendono la vicenda con articoli che descrivono il clima nel quale si sta svolgendo la trattativa. Il Tempo, nella versione on line, evidenzia la posizione di First Cisl espressa dal suo segretario generale, Riccardo Colombani: “Banche: First Cisl, da Abi apertura di facciata, proposte inaccettabili”. Il titolo de Il Sole 24 ORE rimarca un aspetto nuovo della discussione in corso: “Bancari, Abi propone la riforma degli inquadramenti”. Di aperto scontro parla invece La Gazzetta del Mezzogiorno titolando “Scontro sindacati-Abi. Si rischia lo sciopero”. Anche La Gazzetta del Sud parla di accordo difficile: “Contratto dei bancari, intesa lontana”.

“Posizioni distanti fra Abi e sindacati sul rinnovo del contratto nazionale dei bancari. Nell’incontro – scrive Andrea D’Ortenzio su La Gazzetta del Sud – non sono mancati toni accesi alla presentazione da parte dell’associazione bancaria di una serie di proposte normative che i sindacati hanno definito una «controriforma» (rispetto a quella dei sindacati), liquidandola come «inaccettabile»”.

“Tutti i sindacati (Fabi, First, Uilca, Unisin) – si legge su La Gazzetta del Mezzogiorno – hanno bollato come irricevibili le proposte di normativa pensate dalle banche sia nel metodo (l’idea era di discutere solo su quella presentata dai sindacati) che nel merito: dalla riforma degli inquadramenti all’area contrattuale, con la semplificazione rispetto agli attuali 13 livelli, fino al rapporto tra primo e secondo livello di contrattazione. Intenzione delle banche, come si legge nel documento, è di arrivare a «un contratto “aperto” anche a nuove attività e servizi in via di ampliamento nelle imprese e gruppi bancari» e chiedere anche l’aggiornamento dell’elenco indicativo delle attività complementari e/o accessorie appaltabili”.

Su Il Sole 24 ORE, il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, evidenzia la sua posizione: “Abi, in modo provocatorio, ha presentato la sua piattaforma. L’unica cosa chiara, al di là di qualche apertura di facciata, è il tentativo di ridurre i salari. Per noi è inaccettabile. L’Abi ci propone, attraverso la ridefinizione della scala parametrale, l’introduzione di un salary cap che comporta un taglio retributivo di 9mila euro”. Il Tempo, nella sua versione on line, completa il concetto di Riccardo Colombani che giudica questa “un’ipotesi che ovviamente non prendiamo nemmeno in considerazione”. E sempre sullo stesso sito del quotidiano romano Colombani definisce “grave l’assenza di risposte sulla cabina di regia sul digitale. Solo una cessione di sovranità dalle banche a questo nuovo organismo nella definizione degli indirizzi sull’innovazione tecnologica può veramente assicurare la centralità del contratto nazionale che anche l’Abi sostiene di condividere. Altrimenti sono solo parole. Se dall’Abi non arriverà un’apertura sulle richieste della piattaforma sindacale – conclude Colombani – risponderemo con la mobilitazione dei lavoratori”.